AGI – La pandemia ha messo in crisi il lavoro, soprattutto quello delle donne e degli appartenenti alle fasce più deboli della società, giovani, anziani e stranieri. E il rischio ora è quello di un ripiegamento, di una rinuncia al lavoro, di un rifiuto delle dinamiche che portano a cercare e trovare un lavoro. È questo il tema di fondo del nuovo rapporto AGI/Censis, dal titolo “Il lavoro inibito: l’eredità della pandemia”, nuovo capitolo del progetto ‘Italia sotto sforzo. Diario della transizione 2020/21’, curato dall’istituto di Piazza di Novella per l’Agenzia giornalistica Italia.
Il rischio del ripiegamento
Nel 2020 sono stati 456.000 gli occupati in meno rispetto all’anno precedente (-2,0%). Ma è significativo anche l’aumento degli inattivi: 711.000 in più. Si tratta di una quota importante della popolazione che non colloca il lavoro nel proprio orizzonte. Fra gli inattivi sono inclusi circa 3 milioni di persone che potrebbero lavorare. Questo segmento è aumentato in un anno di 217.000 unità.
La ricerca di un nuovo lavoro – sia nel caso di persone che il lavoro l’hanno perso, sia nel caso di persone che si apprestavano a cercarlo per la
LEGGI TUTTO L’ARTICOLO SU AGI
Questo contenuto è di proprietà di AGIFinanza News 24 non detiene alcun diritto su tale contenuto, ma si limita soltanto a diffonderlo