(Money.it) Gli animali domestici diventano parte integrante della famiglia dei loro proprietari, anche se il diritto non riconosce agli animali capacità giuridica. In altre parole, gli animali domestici non possono diventare eredi del proprietario anche se fanno parte della successione. Molte persone si chiedono cosa succederà ai loro animali dopo la loro morte, chi se ne prenderà cura e come è possibile tutelarli. La risposta a queste domande deriva dalle regole di successione, che per l’appunto considerano gli animali domestici come parte del patrimonio ereditario
Le regole della successione degli animali domestici
Il nostro ordinamento considera gli animali domestici come beni mobili rientranti nel patrimonio ereditario, il che comporta due conseguenze fondamentali:
- La proprietà dell’animale domestico ricade sugli eredi;
- la successione degli animali attiene al diritto degli eredi di esercitare la proprietà e non alla tutela dell’animale in sé.
Gli animali domestici non godono quindi di alcuna considerazione particolare dalla legge – almeno per quanto riguarda l’eredità – e quindi la loro proprietà viene trasferita agli eredi dopo l’accettazione. Di pari passo, gli eredi dovranno poi scegliere come gestire la cura dell’animale e chi di loro sarà l’affidatario o in caso di disaccordo procedere alla divisione ereditaria. Ovviamente, in caso di divisione si presentano essenzialmente due alternative:
- Uno degli eredi è disponibile a tenere con sé l’animale e lo riceve;
- gli eredi sono in contrasto e si procede alla vendita, con la relativa spartizione del ricavato secondo le quote.
Ecco perché l’erede che sceglie di prendere con sé l’animale domestico del defunto deve farlo nel rispetto della propria quota, pragmaticamente considerando il valore economico, proprio come se si tratta
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