Cosa sono gli ETC e come usarli per investire in materie prime?

Di Redazione FinanzaNews24 7 minuti di lettura
il-fintech-e-la-democratizzazione-della-finanza:-rischi-e-benefici

(Money.it) Che cosa sono gli ETC? L’acronimo – da Exchange Traded Commodity – si riferisce alle materie prime negoziate in borsa. Si tratta di strumenti finanziari ibridi che seguono passivamente l’andamento di un sottostante, offrendo ai piccoli investitori l’opportunità di operare su singole materie prime.

Gli ETC sono note di debito, ossia obbligazioni, emesse da società veicolo che utilizzano il denaro raccolto per investire su una o più materie prime fisiche (ETC physically backed) o su strumenti derivati su materie prime.

Gli ETC sono quotati in Borsa come le azioni e possono essere comprati e venduti in qualsiasi momento durante gli orari di contrattazione. Sono uno strumento di investimento adatto sia a investitori istituzionali che privati desiderosi di diversificare i propri portafogli e ottenere esposizione ai prezzi delle materie prime.

In questa guida esaustiva vediamo tutto quello che c’è da sapere sugli ETC e come possono essere utilizzati per investire in materie prime.

Cosa sono gli ETC

Gli ETC (Exchange Traded Commodities) sono strumenti finanziari che permettono di investire in materie prime come petrolio, gas, oro, argento e grano senza dover acquistare fisicamente i sottostanti.

Gli ETC sono strumenti non OICR senza scadenza e sono quotati su Borsa Italiana. Acquistando quote di un ETC, l’investitore ottiene un’esposizione finanziaria alla materia prima sottostante senza doverla acquistare materialmente. Inoltre, a differenza degli ETF (Exchange Traded Fund), che devono garantire un certo grado di diversificazione, gli ETC permettono agli investitori di scommettere su un’unica materia prima.

Gli ETC investono anche in indici, sotto-indici e forward legati alle materie prime per replicarne il rendimento. Sono strumenti molto liquidi, con bassi costi di transazione e trasparenti in quanto le attività e passività degli ETC sono note giornalmente.

Come funzionano gli ETC

Prima di spiegare come funzionano gli ETC (Exchange Traded Commodities), vediamo brevemente come sono emessi.

Gli ETC sono emessi da società veicolo (SVP) che investono fisicamente nelle materie prime sottostanti, ad esempio oro, petrolio o grano. Le società di gestione acquistano la materia prima e la immagazzinano in modo da avere come collaterale a garanzia una pari quantità certificata della stessa materia prima di cui rappresentano la quotazione sul mercato. Emettono poi titoli rappresentativi di queste scorte che vengono quotati in borsa.

Quando un investitore acquista un ETC, ottiene un titolo che replica indirettamente il valore della materia prima sottostante. Se il prezzo della materia prima sale, anche il valore dell’ETC aumenta. Al contrario, se il prezzo della materia prima scende, anche l’ETC perde di valore.

Gli ETC, rispetto alle posizioni in future, offrono vantaggi significativi: non richiedono riposizionamenti tra contratti e non comportano spese di intermediazione per i contratti derivati in scadenza.

Se basati su futures, gli ETC possono generare un rendimento assoluto composto da tre componenti: il rendimento spot, legato alla variazione del prezzo del future della materia prima sottostante, il rendimento rolling dai contratti future in scadenza e il rendimento del collaterale dall’investimento su quest’ultimo.

Va tenuto presente che gli investimenti sugli ETC sono influenzati dall’andamento del tasso di cambio euro-dollaro, poiché molte materie prime sono trattate in dollari statunitensi, esponendo gli investitori alle oscillazioni del cambio.

In sintesi, gli ETC sono un modo semplice ed economico per esporsi ai mercati delle materie prime, sfruttandone le potenzialità di investimento. L’investitore deve valutare il sottostante, i costi e i rischi per scegliere l’ETC più adatto al proprio profilo scegliendo tra oltre 160 titoli di differenti tipologie presenti su Borsa italiana, con la possibilità – oltretutto – di uscire fuori dal campo delle singole materie prime.

Per investire in ETC esistono due mercati: quello primario e quello secondario. Il primo garantisce l’accesso solo agli intermediari autorizzati e consente la sottoscrizione o il rimborso dei titoli su base giornaliera al valore ufficiale dell’ETC.

Il mercato secondario, invece, è accessibile per tutti gli investitori, che possono così negoziare i titoli al prezzo che viene determinato dalle migliori proposte di acquisto e di vendita rilevate.

Differenze tra ETC ed ETF

Gli ETC (Exchange Traded Commodities) differiscono dagli ETF (Exchange Traded Funds) sotto diversi aspetti:

  • Struttura: gli ETC sono emessi come titoli di debito, mentre gli ETF sono fondi comuni di investimento. Gli ETC sono garantiti da attività fisiche come oro o petrolio, ma possono avere come sottostante anche derivati sulle materie prime, mentre gli ETF investono in contratti futures o altri strumenti derivati da azioni, obbligazioni, tassi di interesse o prodotti del mercato monetario.
  • Rischio di controparte: poiché gli ETC sono emessi come titoli di debito, comportano il rischio di insolvenza dell’emittente. Inoltre gli ETC non sono OICR, pertanto sfuggono alle direttive comunitarie UCITS. Gli ETF, invece, essendo fondi comuni di investimento, non presentano questo rischio ed essendo OICR devono sottostare alle direttive comunitarie UCITS.
  • Costi: gli ETC generalmente hanno costi più elevati rispetto agli ETF, dovuti alla copertura fisica e ai costi di stoccaggio. I costi di transazione, invece, sono simili.
  • Replica del sottostante: gli ETC replicano l’andamento delle materie prime sottostanti detenendo le attività fisiche, mentre gli ETF utilizzano strumenti derivati. La replica fisica degli ETC è quindi più precisa, ma anche più costosa.
  • Tassazione: gli ETC non presentano la distinzione tra Reddito di capitale e Redditi diversi prevista per gli ETF e pertanto le plusvalenze prodotte da operazioni con ETC sono completamente compensabili con eventuali minusvalenze derivate dalle stesse operazioni in negativo con gli ETC. Questo significa che gli ETC hanno un trattamento fiscale più favorevole rispetto agli ETF. La tassazione degli ETC risulta pertanto analoga a quella di altri strumenti finanziari come le azioni, i certificati e i derivati e prevede l’applicazione di un’aliquota del 26% sulle plusval

  • © Money.it

    Leggi l’articolo completo su Money.it

    Condividi questo articolo
    Exit mobile version