Cosa rischiano le banche italiane se First Republic Bank fallisce

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
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(Money.it) L’Italia e le banche italiane temono il cosiddetto “effetto farfalla” con il crollo di First Republic Bank (Frb), una piccola banca statunitense rispetto ai colossi di Wall Street, che nelle ultime 24 ore ha registrato un crollo delle azioni e ingenti perdite di denaro.

La teoria del caos – trasportata in ambito economico – secondo la quale basterebbe un “battito d’ali di una farfalla”, ossia il fallimento di una piccola banca statunitense, per “scatenare un uragano dall’altra parte del mondo”, e quindi far crollare banche dall’altra parte dell’atlantico, preoccupa non poco gli esperti, che hanno già dichiarato impossibile il salvataggio di Frb.

Questo è l’ennesimo fallimento repentino di una banca, aggiungendosi alla lista dopo Silicon Valley e Signature, dovuto all’attuale condizione economica e finanziaria americana. In pochissimi giorni, dopo una settimana in cui le azioni hanno chiuso al minimo, l’istituto ha segnalato una perdita di 100 miliardi di dollari nei depositi dei clienti.

Il timore degli esperti è che questa nuova chiusura possa avere gravi ripercussioni in Italia, dato che l’istituto risulta essere la quarta banca a livello nazionale per attivo. Davanti a una simile situazione è opportuno conoscere quali sono le cause della crisi e quali possono essere i rischi per gli investitori italiani.

First Republic Bank rischia il fallimento: cosa sta accadendo alla quarta banca in Italia e le cause

I media statunitensi danno ormai per fallita la First Republic Bank, dichiarando impossibile un salvataggio tempestivo che possa mettere a riparo l’istituto da un’imminente chiusura. Senza contare la fuga dei depositanti che rende problematico finanziare gli impieghi.

Pur essendo una piccola banca rispetto ai colossi di Wall Street, stando ai dati di fine marzo, Frb avrebbe avuto impieghi per 173 miliardi di dollari (circa 155 miliardi di euro), e 104 miliardi in depositi, di cui 30 erano però frutto di un prestito elargito il mese precedente da altre banche statunitensi, perciò tanto piccola non è, specialmente in Italia, dove risulta essere la quarta banca nazionale per attivo. Per tale motivo, il suo imminente fallimento potrebbe quindi avere ripercussioni in Italia. Infatti, dalla crisi del 2008, è ormai chiaro come il mondo bancario sia inestricabilmente intrecciato.

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