(Money.it) “In salute e in malattia” recita il rito religioso cattolico, esprimendo su questo punto un principio espresso anche dal Codice civile. Nella vita di tutti giorni ci si riferisce, infatti, al matrimonio come un evento di carattere simbolico e sentimentale, a volte dimenticando la sua connotazione formale e giuridica. I coniugi che si aiutano l’un l’altro in virtù dell’affetto che li lega, stanno in realtà compiendo gli obblighi di legge che impone loro l’istituto del matrimonio.
L’assistenza reciproca, sia materiale che morale, è infatti un vero e proprio dovere coniugale, che deve essere rispettato con molta attenzione soprattutto negli stati di maggiore necessità. Spesso si pensa solo all’aiuto economico, magari se uno dei coniugi perde il lavoro, ma l’assistenza coniugale va ben oltre questo concetto. Ecco che assistere il coniuge malato non è solo un’espressione di amore o solidarietà, ma una vera e propria prescrizione di legge, tantoché chi non lo fa rischia pesanti conseguenze.
Non assistere il coniuge malato, quando è reato
A fianco dell’aspetto civile che regola il matrimonio e suoi diritti e doveri, esistono anche una serie di circostanze che attengono alla materia penale. Questo, concretamente, significa che il venir meno ad alcuni obblighi configura un vero e proprio reato, punibile con la reclusione e l’ammenda.
In particolare, tra i coniugi vigono gli obblighi di assistenza familiare, determinati dall’articolo 570 del Codice penale, secondo cui:
Chiunque, abbandonando il domicilio domestico, o comunque serbando una condotta contraria all’ordine
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