Era già nell’aria e non stupisce nessuno. Ma sicuramente preoccupano le conseguenze. C’è carenza di gas, grano e acqua. Ecco una delle conseguenze della guerra in Ucraina dopo l’invasione della Russia e di una crisi geopolitica che tende a diventare più impattante giorno dopo giorno. Il tutto si somma ai gravi danni causati dal cambiamento climatico.
Materie prime in crisi come era prevedibile. E così la crisi del gas si accompagna a quella dell’acqua e del grano: un mix terribile che riporta a tristi pagine di storia di un periodo lontano. Questa crisi di carestia e di siccità è sempre più concreta e da un rischio potenziale è diventata realtà. Non solo una carestia che colpisce le famiglie ma soprattutto l’economia e i collegamenti con il mondo della finanza sia in termini di rialzo dell’inflazione che di politica monetaria.
A cercare di far comprendere l’allarme in cui è caduto il Belpaese è il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che afferma: Non possiamo non guardare con grande preoccupazione l’escalation congiunturale dei prezzi delle materie prime e dei prezzi dell’energia inimmaginabili solo un anno fa, un incremento che sta colpendo le famiglie ma “che sta erodendo i margini del sistema industriale proprio in una fase in cui è necessario investire di più in fonti sostenibili”.
Con il Gas arriva a intermittenza e in misura sottostimata rispetto alle richieste, il Belpaese sa di dipendere ancora dalla Russia perchè non è ancora riuscito a chiudere accordi per nuove importazioni e anche sulla produzione nazionale. L’Europa pensa subito all’ipotesi di istituire un tetto europeo alla quotazione del gas. Se ne parlerà infatti in sede di Consiglio europeo giovedì e venerdì. Il Belpaese chiede di fissarlo tra 80 e 90 euro per MWh.
Acora Bonomi sul tema dice: “Bisogna sostenere il governo nella regolamentazione del prezzo del gas a livello europeo per contenere la forte speculazione che ha portato al rialzo il prezzo dell’energia elettrica, che in sede comunitaria prevalga buonsenso e solidarietà fra gli stati membri in un momento così difficile. Anche perché nel caso in cui dovessero scattare dei meccanismi di interruzione del gas, i settori produttivi sarebbero i primi ad essere chiamati a ridurre i consumi con effetti rilevanti sulla crescita economica del paese”.