Cosa deve fare l’azienda quando riceve un certificato di stipendio?

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
Wall Street

(Money.it) Il certificato di stipendio è un documento rilasciato dal datore di lavoro con cui si attesta l’esistenza di un contratto di lavoro e una serie di altre informazioni riguardanti la retribuzione del lavoratore interessato e la solidità stessa dell’azienda.

La compilazione del certificato è richiesta da banche e finanziarie al fine di valutare la situazione lavorativa e reddituale del richiedente prestiti personali, mutui, assicurazioni o finanziamenti. Il documento permette al potenziale creditore di valutare la fattibilità dell’operazione, sulla base delle entrate mensili del dipendente.

Il certificato di stipendio assume particolare importanza nelle ipotesi di prestito con cessione del quinto dello stipendio. Trattasi di un contratto con il quale il dipendente, in qualità di creditore cedente, disponendo di un suo diritto di credito (la retribuzione) nei confronti dell’azienda, cede lo stesso al cessionario.

Di conseguenza, il lavoratore che intenda stipulare un contratto di cessione dello stipendio è tenuto ad attestare al creditore la sua capacità di far fronte al pagamento delle rate mensili. Il documento principale grazie al quale dimostrare tale capacità è appunto il certificato di stipendio.

Analizziamo in dettaglio cosa deve fare l’azienda quando ne riceve uno.

Come si riceve il certificato di stipendio?

La banca – finanziaria intenta a valutare se concedere o meno il prestito trasmette la richiesta di compilazione di certificato di stipendio al datore di lavoro, di norma a mezzo posta elettronica certificata (Pec). Nella missiva è presente altresì una delega, a firma del dipendente, con cui lo stesso autorizza il potenziale creditore a trasmettere all’azienda il certificato di stipendio.

Unitamente alla delega dovrà essere fornita copia del documento di identità del lavoratore.

L’azienda è obbligata a compilare il certificato?

È importante precisare che cedere parte dello stipendio è un diritto soggettivo del lavoratore, sancito dal decreto del Presidente della Repubblica del 5 gennaio 1950 numero 180 «Testo unico delle leggi concernenti il sequestro, il pignoramento e la cessione degli stipendi, salari e pensioni dei dipendenti delle pubbliche Amministrazioni», come modificato dall’articolo 137 della Legge 30 dicembre 2004 numero 311 con cui si è estesa la possibilità di contrarre prestiti con cessione del quinto anche ai dipendenti di aziende private.

Dovendosi confrontare con un diritto soggettivo del dipendente, l’azienda non può rifiutarsi di inserire in cedolino la trattenuta per cessione dello stipendio né tantomeno, a monte, negare la compilazione del certificato di stipendio o, in alternativa, dell’attestato di servizio.

Quest’ultimo è un documento che, a differenza del certificato, attesta esclusivamente l’esistenza del rapporto di lavoro, la qualifica, il tipo di contratto e l’anzianità di servizio.

Una volta compilato il certificato di stipendio o l’attestato di servizio, il do


© Money.it

Leggi l’articolo completo su Money.it

Condividi questo articolo
Exit mobile version