Corte Costituzionale: nuove regole per gestione separata di architetti e ingegneri

Di Barbara Molisano 2 minuti di lettura
Architetto

La recente pronuncia della Corte Costituzionale, con la sentenza n. 55/2024, segna un momento decisivo per la comunità di ingegneri e architetti italiani, incidendo profondamente sulle modalità di iscrizione alle gestioni previdenziali.

Una battaglia legale di principio

La questione ha origine da un dibattito legale sollevato dalla Corte di Cassazione nel luglio 2023, focalizzato sulla legittimità delle sanzioni civili applicate agli ingegneri e agli architetti per l’omessa iscrizione alla Gestione separata INPS. La contesa legale si è concentrata sull’applicabilità retroattiva di sanzioni per periodi antecedenti l’entrata in vigore di una norma di chiarimento contenuta nel DL 98/2011.

Il nucleo della controversia

Al centro del dibattito, la posizione precaria in cui si trovavano molti professionisti, ingegneri e architetti, impossibilitati a iscriversi alla loro cassa previdenziale specifica, Inarcassa, e quindi obbligati a far parte della Gestione separata INPS. La questione sollevata evidenziava l’iniquità derivante dall’applicazione di sanzioni per l’omessa iscrizione in un contesto normativo ambiguo e in evoluzione.

La decisione della Corte Costituzionale

Con una mossa accolta con sollievo da parte della comunità professionale, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’applicazione retroattiva di sanzioni, sostenendo il diritto al legittimo affidamento dei professionisti. La sentenza riconosce come ingiusto penalizzare gli ingegneri e gli architetti per non essersi iscritti a una gestione previdenziale alternativa, quando le indicazioni normative e giurisprudenziali dell’epoca non erano chiare o definitive.

Implicazioni e futuro

Questa sentenza non solo cancella la spada di Damocle rappresentata dalle sanzioni per periodi pregressi ma stabilisce anche un importante precedente per la tutela dei diritti dei professionisti in situazioni di incertezza normativa. Gli ingegneri e gli architetti possono ora guardare al futuro con maggiore serenità, sapendo che il loro diritto all’affidamento scusabile è stato riconosciuto e tutelato a livello costituzionale.

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