Coronavirus, sciacalli in azione: su Amazon Amuchina e mascherine a prezzi vergognosi

Di Redazione FinanzaNews24 5 minuti di lettura
Wall Street

Supermercati reali presi d’assalto in piena emergenza Coronavirus, con scorte di cibo che finiscono in poco tempo, come in diverse Esselunga e Penny, e dove spariscono pure i carrelli, com’è successo in qualche Lidl. E supermercati virtuali dove sono arrivati gli sciacalli a vendere igienizzanti per le mani e mascherine a prezzi esorbitanti.

Mentre da un lato Assogenerici lancia l’allarme rispetto a una possibile carenza di principi attivi, dall’altro gli speculatori intervengono a gamba tesa. Il Governo ha emanato un decreto con tutta una serie di misure prese in via soprattutto precauzionale, ma l’attenzione di tutti deve essere massima.

Follia online

La psicosi da Coronavirus si porta dietro la follia dei prezzi alle stelle su alcune delle più famose piattaforme online. Su Amazon, ad esempio, il famosissimo gel disinfettante Amuchina è arrivato a costare 199,00 euro: il suo prezzo di listino è di circa 4 euro. La confezione da 5 pezzi di alcune mascherine con presunte speciali valvole “ideali per Coronavirus” sono vendute a 189 euro.

Veri e propri rincari che hanno spinto Amazon ad intervenire. Questa è stata la risposta ufficiale: “I partner di vendita stabiliscono i prezzi dei loro prodotti nel nostro store e abbiamo delle regole per aiutarli a definire tali prezzi in modo competitivo. Monitoriamo attivamente il nostro store e rimuoviamo le offerte che violano le nostre regole”. Dunque, non è chiaro se questi prodotti verranno o meno ritirati.

Ecco un esempio di annuncio che potrebbe configurarsi come truffa:

Il Codacons denuncia

Il Codacons presenterà domani una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma e alla Guardia di Finanza contro le speculazioni sui listini che si stanno registrando in queste ore, chiedendo anche di oscurare le pagine di Amazon e di altri portali specializzati nelle vendite online nelle quali si pubblicizzano a prezzi abnormi prodotti legati al Coronavirus. Se infatti i giganti dell’e-commerce non rimuovono autonomamente le pagine dove si realizzano le speculazioni, “si rendendo complici per concorso nella truffa agli utenti”.

L’associazione dei consumatori ha bollato questo scenario come una “vera e propria psicosi” in Italia dopo i casi di contagio da Coronavirus che si stanno moltiplicando nelle ultime ore in varie zone del Paese. “Una situazione di emergenza che ha fatto letteralmente schizzare alle stelle i prezzi di alcuni prodotti igienico-sanitari che stanno andando a ruba nei negozi e sul web”.

“Vergognosa speculazione”

Da un primo monitoraggio del Codacons sui principali portali di e-commerce emerge come i prezzi di alcuni prodotti legati all’emergenza Coronavirus raggiungano livelli astronomici, ha fatto sapere il presidente Carlo Rienzi. Per Rienzi, si tratta di una “vergognosa speculazione, tesa a lucrare sulla paura delle persone, che potrebbe configurare veri e propri reati, dalla truffa all’aggiotaggio”.

Ad esempio il classico gel igienizzante dell’Amuchina da 80 ml, che normalmente si trova in commercio a circa 3 euro, viene oggi venduto sul web a 22,5 euro la confezione, con un ricarico sul prezzo al pubblico del +650%. Ancora peggio per le mascherine protettive da viso, che prima del Coronavirus erano vendute a meno di 10 centesimi di euro l’una, e oggi arrivano a costare su internet 1,8 euro, con un incremento di prezzo del +1700%.

La replica di Angelini

Sul caro-Amuchina è intervenuta anche Angelini Pharma, l’azienda che la produce in Italia: “La percezione dell’emergenza del diffondersi del virus ha portato a un incremento della richiesta di Amuchina, che l’azienda è impegnata a soddisfare sia aumentando la propria capacità produttiva”.

L’azienda sottolinea comunque che il prezzo ai propri canali diretti di tutti i prodotti a marchio Amuchina è rimasto invariato e non ha subito alcuna variazione rispetto al periodo pre-epidemia da Coronavirus”. E assicura “di non avere alcuna responsabilità relativamente ai rincari rilevati dai consumatori”.

Articolo originale di Quifinanza.it.

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