Come noto, il problema principale dato dall’epidemia di Coronavirus è il numero di posti letto nei reparti di rianimazione e terapia intensiva. Come spiegato da diversi esperti, infatti, la mortalità è simile a quella data dalla normale influenza, ma è possibile che anche soggetti giovani e sani, dunque non anziani nè portatori di altre patologie, possano necessitare della respirazione assistita (si parla di circa un 15% dei contagiati). Dunque bloccare l’epidemia è fondamentale in primis per evitare il possibile collasso del Sistema Sanitario Nazionale.
La prima e più impellente necessità è dunque quella di fare spazio ai posti letto per la terapia intensiva, che vanno aumentati del 50%, mentre quelli di pneumologia e infettivologia devono raddoppiare.
Gli ospedali dedicati
Saranno individuati, a livello regionale, ospedali dedicati solo ai pazienti Covid-19. Il Piemonte ha scelto Tortona. In Lombardia gli ospedali di Lodi, Crema e Seriate si stanno attrezzando con intere zone dedicate esclusivamente a questo tipo di pazienti. Si potrà poi ricorrere ai privati per le altre degenze, quelle di pazienti non colpiti da Covid-19. E poi si formerà rapidamente il personale per i reparti più esposti reclutando medici e infermieri anche da altre Regioni.
Le misure sono previste nel piano di emergenza indicato in una circolare del ministero della Salute che in sostanza prepara gli ospedali e a una possibile escalation di casi. La circolare è stata pubblica il 1° marzo 2020 ed è indirizzata a Protezione civile, ministeri, assessorati, federazioni degli ordini e istituzioni sanitarie, e prevede un incremento del 50% dei posti letto in terapia intensiva e del 100% nelle unità di pneumologia e malattie infettive.
Rimodulazione dei reparti
La circolare indica la necessità di una “rimodulazione locale delle attività ospedaliere”: l’obiettivo è quello di trasformare reparti destinati ad altri ricoveri, rinviando tutti quelli non urgenti . Sarà poi necessario identificare – avverte ancora la circolare – “una o più strutture-stabilimenti ospedalieri da dedicare alla gestione esclusiva del paziente affetto da Covid-19”. Caldeggiato inoltre il coinvolgimento delle strutture private accreditate “per ridurre la pressione sulle strutture pubbliche mediante trasferimento e presa in carico di pazienti non affetti da Covid-19”.
Medici da altre Regioni
La circolare affronta ovviamente anche il nodo del personale sanitario. Per mantenere un’adeguata performance assistenziale delle equipe sanitarie che operano nelle zone colpite da Covid-19 in situazione di totale emergenza “deve essere pianificato un programma di turnazione, reclutando anche operatori che svolgono attività in altre aree del Paese meno sottoposte a carichi assistenziali legati alla gestione dei pazienti affetti da Covid-19”.
Articolo originale di Quifinanza.it.