(Money.it) I contratti a tempo determinato stanno per cambiare, ancora. Il 1° maggio, in occasione della festa dei lavoratori e delle lavoratrici, il governo Meloni dovrebbe portare in Consiglio dei ministri un nuovo decreto per intervenire proprio sul tema lavoro. Per 3 milioni di persone, dunque, sono attese importanti novità.
Finora, con le regole previste dal decreto Dignità (varato nell’estate del 2018 dal governo Conte I), per i contratti a termine dopo 12 mesi scatta l’obbligo di inserire la causale. Su 3,59 milioni di contratti a tempo determinato attualmente in corso, sono 2,99 milioni quelli con una durata fino a un anno. Ora, per chi ha questi contratti, le cose stanno per cambiare.
Contratti a termine, cosa dice il decreto Dignità
Secondo l’attuale normativa il motivo da specificare per il nuovo contratto a tempo, dopo un periodo iniziale di 12 mesi, può essere: esigenze temporanee e oggettive estranee all’attività ordinaria, sostituzione di lavoratori, incrementi temporanei e significativi dell’attività. Queste clausole non valgono per il lavoro stagionale e per i contratti dei dirigenti, per cui non bisogna indicare causali.
Nel 2020 e nel 2021, a causa della pandemia da Covid-19, queste regole sono state sospese in via straordinaria
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