(Money.it) Quando si tratta di gestire i propri risparmi, la scelta del tipo di conto bancario è una decisione importante. Tra le opzioni disponibili ci sono il conto corrente e il conto deposito, entrambi con vantaggi e svantaggi da considerare. Ma quale conviene di più?
Il conto corrente è il tipo di conto bancario più comune, utilizzato per gestire le spese quotidiane come bollette, acquisti e prelievi. Solitamente offre la possibilità di emettere assegni, effettuare bonifici e pagamenti online. Tuttavia, il tasso di interesse sui saldi del conto corrente è generalmente basso o addirittura nullo, il che significa che non si guadagna molto sui propri risparmi.
Il conto deposito, d’altra parte, è un tipo di conto bancario utilizzato per investire denaro a lungo termine, offrendo un tasso di interesse più elevato rispetto al conto corrente. Tuttavia, il denaro depositato in un conto deposito non è facilmente accessibile, poiché solitamente non si può prelevare il denaro senza una penalità.
Quindi, quale conto conviene di più? Dipende dalle esigenze individuali di ognuno. Se si desidera avere liquidità immediata per le spese quotidiane, il conto corrente è la scelta migliore. Se invece si ha denaro da investire per un periodo di tempo più lungo, il conto deposito potrebbe offrire maggiori benefici a livello di tasso di interesse. Prima di prendere una decisione, è sempre consigliabile valutare i propri obiettivi finanziari e confrontare le diverse opzioni offerte dalle banche, come quelle innovative di Banca Progetto, che combinano conto corrente e deposito.
In questa guida analizziamo i vantaggi del conto corrente e del conto deposito, offrendo informazioni utili per aiutare il lettore a prendere la decisione migliore in base alle proprie necessità.
Conto corrente: cos’è e come funziona?
Il conto corrente bancario è uno strumento che permette al correntista di depositare, prelevare denaro, gestire pagamenti e ricevere bonifici e assegni. Secondo l’articolo 1852 del Codice civile italiano, il titolare del conto può disporre in qualsiasi momento delle somme a suo credito, salvo il rispetto del termine di preavviso eventualmente concordato.
Ai servizi di base si aggiungono generalmente servizi come il carnet di assegni, la domiciliazione delle utenze (RID), accredito dello stipendio o della pensione e le carte di credito o di debito.
Oltre alle spese di apertura, gestione e chiusura un normale conto corrente, sono previsti i seguenti costi:
- l’imposta di bollo, pari a 100 euro l’anno per le persone giuridiche e 34,20 euro l’anno per le persone fisiche, se la giacenza media è superiore a 5.000 euro;
- l’imposta di bollo del 2% sui depositi e sul valore dei titoli;
- un’imposizione tributaria del 26% sugli interessi maturati.
Il conto corrente viene identificato da un numero di IBAN, un codice alfanumerico di 27 cifre che è necessario per effettuare la maggior parte delle operazioni.
In generale, il conto corrente bancario è uno strumento fondamentale per la gestione delle finanze personali e aziendali, ma è importante conoscere i costi e le tassazioni associate e valutare attentamente le diverse opzioni offerte dalle banche prima di scegliere il proprio conto corrente ideale.
Conto di deposito: cos’è e come funziona?
Il conto di deposito è uno strumento finanziario che consente di depositare una somma di denaro per ottenere un piccolo guadagno. Rispetto al conto corrente, il conto di deposito offre minori funzionalità e una limitata operatività. Infatti, questo tipo di conto bancario è scelto come strumento di investimento a breve termine e a basso rischio. A differenza del conto corrente, il conto di deposito prevede solo versamenti e prelievi, escludendo altri strumenti tipici di un conto corrente. Per tale ragione il conto deposito si appoggia ad un conto corrente chiamato conto d’appoggio, attraverso cui è possibile effettuare solo operazioni di prelievo e versamento.
Esistono diversi tipi di conto di deposito:
- il conto libero, che permette al titolare di accedere alla somma di denaro depositata in qualsiasi momento;
- il conto vincolato, che prevede che i risparmi siano ritirati solo alla scadenza del vincolo, scelto per contratto e che può variare da 1 a 72 mesi;
- il conto semilibero
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