Le piccole imprese possono applicare la contabilità semplificata fino a 500mila euro di ricavi nel settore dei servizi e fino a 800mila euro negli altri. La modifica è stata proposta dalla Legge di Bilancio 2023 (comma 276 della Legge 197/2022), che ha innalzato il tetto massimo di fatturazione per il regime contabile semplificato.
Quanto erano le soglie precedenti?
Le precedenti soglie erano rispettivamente di 400.000 e 700.000 euro, quindi in entrambi i casi il limite di fatturazione consentito è stato aumentato di 100.000 euro. In particolare, la manovra modifica il comma 1 dell’articolo 18 del DPR 600/1973 prevedendo che, a partire dal 2023, la contabilità semplificata si applichi alle piccole imprese che:
“Non aver superato l’importo di 500mila euro per le società aventi per oggetto la prestazione di servizi, né 800mila euro per le società aventi per oggetto altre attività”.
Le società che svolgono servizi e altre attività sono comprese nell’ammontare dei ricavi dell’attività principale. In mancanza di una voce separata, è considerata attività diversa dalla prestazione di servizi (con un limite massimo di 800 mila euro).
Il regime contabile semplificato consente l’applicazione del principio di cassa in luogo del principio di competenza e svincola dall’obbligo di tenere un libro giornaliero.
In base alla normativa sul consolidato Irpef (comma 2 dell’art. 18 DPR 600/1973), è sufficiente annotare i redditi percepiti in ordine cronologico in un apposito registro, indicando per ogni scontrino: l’importo, le generalità e l’indirizzo di chi effettua il pagamento, gli estremi della fattura o altro documento emesso. In altro registro, invece, le spese sostenute nell’esercizio devono essere annotate in ordine cronologico con riferimento alla data di pagamento, al nome e indirizzo del pagatore e agli estremi della fattura o del documento emesso.