Condominio, cosa cambia dal 30 giugno con la nuova mediazione

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
Wall Street

(Money.it) La riforma Cartabia sul processo civile ha modificato il ruolo dell’amministratore di condominio nel procedimento di mediazione. Quest’ultima, oltre a essere obbligatoria prima di poter intraprendere una causa in materia condominiale, può anche rivelarsi estremamente utile per dirimere le controversie. Oltretutto, anche se alcune novità sarebbero già dovute entrate in vigore, la riforma avrà pieno effetto dal 30 giugno.

La risoluzione attraverso la mediazione condominiale è spesso conveniente per entrambe le parti, in termini di rapidità e costi. È dunque fondamentale sapere come procedere e cosa cambia con la nuova mediazione prodotta dalla riforma Cartabia.

Mediazione condominiale, cos’è e a cosa serve

La mediazione civile è spesso estremamente utile e vantaggiosa, ma questo aspetto nella materia condominiale è ancora più evidente. Oltre al fatto che le liti di condominio sono spesso molte e frequenti, c’è un vantaggio indiscutibile nella risoluzione attraverso la mediazione. Si tratta della possibilità di raggiungere un accordo, conservando così dei rapporti cordiali tra le parti.

Trattandosi di liti condominiali è infatti assai probabile che i soggetti coinvolti abbiano relazioni vicine e durature; perciò, è sicuramente più agevole la risoluzione pacifica e comune rispetto all’intervento giudiziale. Ci sarebbe poi da considerare che di norma le parti coinvolte in una lite condominiale hanno diversi interessi comuni e diverse necessità specifiche, il che è spesso un aiuto per trovare un compromesso sufficientemente vantaggioso per entrambi.

In ogni caso, il tentativo di mediazione


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