Concessioni autostradali: Atlantia crolla a Piazza Affari

Di Gianluca Perrotti 2 minuti di lettura
Atlantia

Dopo che la Corte Costituzionale ha confermato la legittimità dell’esclusione di Autostrade per l’Italia dalla ricostruzione del ponte di Genova, il titolo Atlantia è crollato a Piazza Affari.

Il titolo Atlantia (ATL.MI) ha perso circa l’8% a metà mattina a Piazza Affari. Ieri, la Corte costituzionale ha stabilito che la decisione del Parlamento di ritirare Autostrade per l’Italia (una controllata di Atlantia) dalla gara per la ricostruzione del ponte di Genova “non era illegale”. Lo stesso tribunale ha respinto la denuncia relativa all’obbligo di Autostrade di coprire i costi di ricostruzione e di esproprio di terreni.

Il peggio non è finito e riguarda il possibile ritiro delle concessioni.

È probabile che la società acquisisca il controllo del nuovo ponte genovese, possedendo le concessioni. Ma lo stesso ministro, Paola de Micheli, ha affermato che è attualmente in discussione la possibilità di annullare le concessioni.

Con l’atto inviato al sindaco, in base al quale il nuovo viadotto, da consegnare all’inizio di agosto, deve essere ufficialmente affidato ad Autostrade per l’Italia, il Ministro De Micheli ha dato il la inevitabile ad una serie di problematiche di natura politica. Da una parte anche dei loro stessi alleati M5S, secondo cui il ponte “non può tornare ai Benetton”. Intanto Conte dalla Spagna ha parlato di chiusura della questione entro fine settimana.

Secondo alcune indiscrezioni, nel pomeriggio, presso il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti su questo tema, si dovrebbe tenere un vertice con la partecipazione di rappresentanti del MIT, del Ministero delle finanze e del Primo Ministro.  D’altra parte il Governo ha chiarito ciò che vuole: oltre ai tassi scontati e agli impegni di investimento, un ostacolo maggiore è il calo dell’88% di Atlantia rispetto alla quota di minoranza di Autostrade. Prima dell’incontro, ci sono anche suggerimenti della società per fare il punto su una storia delicata.

Condividi questo articolo
Exit mobile version