Le api, in quanto bioindicatori della salute ambientale, svolgono un ruolo molto importante nel monitoraggio dell’inquinamento e quindi della salute ambientale.
Conapi (Consorzio Nazionale Apicoltori), leader nella produzione di miele nazionale biologico e tradizionale, riunisce più di 600 apicoltori, più di 110.000 alveari privati (45% biologici) e 5 miliardi di api in tutta Italia.
Conapi, monitoraggio in sei città
Conapi ha presentato i risultati del progetto di biomonitoraggio “Api e Giardini”, realizzato in collaborazione con Claudio Porrini del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna e con le associazioni che controllano e gestiscono i lavori 6 città italiane coinvolte . : Torino, Milano, Roma, Bologna, Bari e Faenza.
L’analisi è iniziata nel 2017; fornisce una posizione in ogni città e due partenze ogni anno. Per questo motivo i risultati non possono essere considerati esaustivi, ma dimostrano il valore del monitoraggio ambientale.
L’obiettivo è rilevare i residui di pesticidi, inclusi glifosato e metalli pesanti, contando le api morte settimanalmente in sotto-cestini (un tipo di gabbia posta all’esterno degli alveari nelle stazioni di monitoraggio in cui vengono raccolte le api morte). A ciò si aggiungono studi di laboratorio su campioni estivi e autunnali di api alimentari e miele giovane (cioè miele immaturo e quindi non destinato all’alimentazione).
I livelli di inquinanti sono diminuiti nel 2020
Dal 2017 si registra una diminuzione dei valori medi. I dati raccolti evidenziano il 2020 come l’anno più positivo, probabilmente perché coincidente con la quarantena dovuta alla pandemia. I divieti di circolazione e le restrizioni sulle attività artificiali per limitare la diffusione del COVID-19 hanno ridotto significativamente i livelli di contaminanti.
Il cambiamento è avvenuto negli ultimi due anni. Nel 2021 la mortalità delle api è stata prossima allo zero per poi aumentare nel 2022: tracce di glifosato e presenza di metalli pesanti sono state trovate in tre città Durante i sei anni di studio la mortalità delle api ha superato la soglia critica solo quattro volte: a Bologna in 2018, Bari e Milano nel 2019 e Faenza nel 2022.
In particolare, a Milano e Bari, l’analisi chimica delle api morte ha rivelato tracce di glifosato. L’esame dei residui (sono stati ricercati più di 400 principi attivi) in campioni di routine di api raccoglitrici vive e miele “giovane” per pesticidi a dosi subletali per le api ha rivelato più volte tracce di glifosato a Milano, Bologna, Torino e Bari.
Metalli pesanti
Durante i sei anni di studio, i metalli pesanti più comuni sono stati cromo, piombo e nichel.
Anche in questo caso, nel 2020 (forse sempre a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia), tutte le città avevano il contenuto più basso di metalli pesanti (circa il 40%), mentre negli anni precedenti e successivi hanno prevalso valori medi e alti (dal 40 al 70% circa).
Il 2022 è stato l’anno più critico con il superamento di una percentuale significativa di soglie di controllo.