La composizione negoziata della crisi d’impresa, introdotta come soluzione per aiutare le aziende in difficoltà, si dimostra efficace solo nel 20% dei casi. Secondo l’Osservatorio di Unioncamere, il tasso di successo medio trimestrale si attesta al 21,2%, un dato ancora basso nonostante un lieve miglioramento rispetto al passato. Il processo, sebbene più rapido rispetto alla gestione tradizionale tramite Tribunale, richiede quasi un anno per concludersi.
Il processo di composizione negoziata
L’accesso alla composizione negoziata avviene tramite una piattaforma nazionale gestita da Unioncamere. L’imprenditore in difficoltà può richiedere l’ausilio di un esperto, a pagamento, che funge da conciliatore indipendente con i creditori. Questo esperto facilita le trattative di risanamento prima che scatti la segnalazione agli OCRI (Organismi di Composizione della Crisi d’Impresa).
Le Camere di commercio supportano le imprese nel processo, aiutandole a sviluppare progetti di rilancio. Tuttavia, l’intervento dell’esperto ha un costo, calcolato in base all’attivo dell’impresa, oltre al rimborso delle spese documentate. In media, occorrono 250 giorni tra la presentazione dell’istanza e la chiusura del procedimento. Le procedure chiuse con successo richiedono circa 357 giorni, mentre quelle con esito negativo si concludono in 227 giorni. In confronto, la fase giudiziale di concordato preventivo dura circa 520 giorni.
Statistiche e distribuzione geografica
Al 15 maggio 2024, le domande pervenute nel corso dell’anno erano pari a 1.450, con 153 casi chiusi con esito favorevole. Delle imprese che hanno avviato il percorso di composizione negoziata nel 2024, solo il 22% ha richiesto nuove risorse finanziarie, mentre il 76% ha optato per l’applicazione di misure protettive del patrimonio e il 49% per misure sospensive. Solo il 35% delle imprese ha utilizzato il test di autovalutazione sulla piattaforma pubblica per verificare la possibilità concreta di risanamento.
La Lombardia guida il numero di istanze presentate con il 23%, seguita da Lazio (12%), Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Puglia e Campania. La composizione negoziata è utilizzata prevalentemente da imprese attive nei settori della manifattura e delle costruzioni.