(BorsaeFinanza.it) L’oro è il metallo prezioso più cercato e apprezzato sin dalla preistoria. Per misurarne la purezza si utilizza il carato: l’oro a 24 carati è puro (ovvero non contiene altri metalli), quelli a 22 carati (di cui sono fatte molte monete) e a 18 carati (usato in gioielleria) hanno, rispettivamente, il 91,7% e il 75% di oro e il resto di metalli tra cui l’argento, il bronzo, il rame, il nichel, lo zinco e il palladio. Ma considerando che la gold industry non è regolamentata, come viene determinato il valore dell’oro?
Come viene determinato il valore dell’oro
I carati sono l’unità di misura che indica il numero di parti di oro puro contenute in 24 parti di lega aurea. Il titolo dell’oro è quindi il rapporto espresso in ventiquattresimi (carati) o in millesimi fra il peso dell’oro puro e quello complessivo della lega aurea. Oggi l’oro è quotato al grammo o all’oncia troy (ozt), l’unità di misura (pari a 31,1035 grammi) che si differenzia dall’oncia (oz) e che nel settore bancario e della gioielleria è il riferimento per il peso dei metalli preziosi.
Il 24 carati viene scambiato dal 2004 fuori Borsa, direttamente tra cedente e acquirente senza l’intervento di intermediari. Il valore è stabilito dal mercato, è estremamente volatile e varia di continuo: dipende dall’andamento di domanda e offerta e dal volume degli scambi, senza sottovalutare i processi speculativi. A livello borsistico, va ricordato che la gold industry fa riferimento alla compravendita di contratti sull’oro (l’oro di carta) e non allo scambio materiale del metallo per denaro.
Per motivi pratici, la Borsa di Londra – dove avvengono gli scambi da parte dei componenti della London Bullion Market Association (LBMA) – procede al cosiddetto fixing: fissa un prezzo di riferimento (LBMA Gold Price) due volte al giorno, bilanciato dalle posizioni delle bullion bank (Scotiabank, Barclays, Deutsche Bank, HSBC Bank USA, So
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