Come si dividono le spese di rifacimento del tetto?

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) Le spese condominiali sono spesso oggetto di liti e dibattiti, nonostante la legge definisca in modo piuttosto chiaro come dovrebbero essere ripartite. I problemi principali riguardano alcune parti dell’edificio, come il tetto, che spesso fanno sorgere dubbi: di chi è? Chi lo utilizza? Il Codice civile dà una risposta per tutte le circostanze, ma la normativa è stata arricchita di dettagli dalle numerose sentenze di Cassazione (a dimostrazione delle numerose in certezze a riguardo) ed è quindi possibile sapere con assoluta certezza come si dividono le spese per il rifacimento del tetto.

Chi paga per il rifacimento del tetto in un condominio

Il tetto è una delle parti fondamentali di un edificio, non solo per ragioni di sicurezza e protezione, ma anche in riferimento alla capacità energetica dell’intero stabile. La corretta manutenzione di quest’area è dunque indispensabile per garantire a tutti i condomini le condizioni di abitabilità migliori, limitare le dispersioni di calore ed evitare le infiltrazioni.

Il rifacimento del tetto è dunque d’obbligo in tutti quei casi in cui la zona riporta danni o segni d’usura, ma trattandosi spesso di un lavoro abbastanza oneroso c’è sempre qualcuno che solleva obiezioni riguardo alle spese. È ovvio quindi che il tetto non giova soltanto ai condomini che sono all’ultimo piano o nella mansarda, ma all’intero stabile. L’articolo 1117 del Codice civile, infatti, annovera il tetto tra le parti comuni del condominio.

Di conseguenza, le spese relative al rifacimento del tetto devono essere divise tra i condomini secondo i millesimi di proprietà di ognuno. Questo principio è stabilito in modo esauriente dall’articolo 1123 del Codice civile, il cui primo comma definisce c


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