Come scegliere una cena che faccia bene al nostro corpo

Di Antonia De La Vega 2 minuti di lettura

Ce lo dicono gli esperti con uno studio pubblicato sulla nota rivista scientifica Journal of American Heart Association

Una dieta a base di verdure, soprattutto se consumate di sera a cena, ha un effetto protettivo sul cuore. Per quanto riguarda la salute cardiovascolare, oltre alla quantità, contano anche la qualità del cibo e l’ora del giorno in cui viene consumato. Per indagare su questo, un gruppo di ricercatori cinesi dell’Università della scienza e del tecnologia di Harbin (nella provincia più a nord della Cina) ha analizzato i dati di un vasto studio statunitense realizzato su circa 28mila persone seguite per 15 anni.  Lo studio è stato pubblicato di recente sul Journal of the American Heart Association che promuove gli ingredienti della “stile mediterraneo” dalla dieta mediterranea, ormai patrimonio dell’Unesco, basata su consumo equilibrato di frutta, verdura, cibi integrali, olio extra vergine di oliva, pesce, carnee pasta. Lo studio analizza anche un altro fattore determinante: l’importanza di fare la scelta giusta di alimenti a cena, pasto del giorno in cui si dovrebbero prediligere le verdure.

I ricercatori hanno essenzialmente confrontato la cena con gli altri pasti che si consumano durante il resto della giornata – colazione, pranzo e tra i pasti – e hanno scoperto che le persone che preferiscono carboidrati di buona qualità (cereali integrali non raffinati) e proteine ​​vegetali a cena hanno un rischio ridotto di malattie cardiache del 10% rispetto alle persone che mangiano soprattutto glucidi di bassa qualità (zuccheri raffinati, bevande zuccherate, dolci) e proteine animali (carne). In particolare, il consumo eccessivo di zucchero raffinato a cena aumenta il rischio di angina del 63% e il rischio di infarto del 47%, rispetto alla limitazione del consumo.

La stessa tendenza si osserva con un elevato apporto di proteine ​​animali durante la notte, con un aumento del 44% del rischio di malattia coronarica e un aumento del 44% dell’angina pectoris. Al contrario, gli acidi grassi insaturi hanno un effetto protettivo contro l’ictus.

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