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Di strumenti di pagamento sostitutivi del contante come gli assegni bancari si sa ormai tutto, ma come compilare un assegno è una procedura che può diventare problematica (e desueta) con la diffusione sempre più massiccia dell’online e dei conti digitali. Innanzitutto, esistono due tipologie di assegno: quello bancario o postale è firmato ed emesso dal titolare del conto, che ordina alla banca (o alle Poste) di pagare una somma di denaro ad un soggetto beneficiario; quello circolare, invece, è emesso da una banca autorizzata (su richiesta di un soggetto che non è necessariamente cliente) che si impegna a pagare a vista una somma specifica al beneficiario, anche senza un conto aperto.
Come compilare un assegno: la guida
Esistono diverse tipologie di assegno e ciascuna ha caratteristiche specifiche. Al netto del tipo di assegno che si vuole emettere, per prima cosa è necessario essere titolari di un conto, avere sottoscritto una convenzione d’assegno ed avere un libretto, il blocchetto che solitamente l’istituto consegna al cliente (ne contiene dieci) quando apre un conto. L’assegno cartaceo in sé ha forma rettangolare e riporta una serie di voci con accanto spazi vuoti da compilare. I campi principali sono sei: in assenza anche di una sola di queste informazioni, la banca ha diritto di rifiutare il pagamento a chi lo presenta.
- Luogo di emissione: nella prima riga, in alto a sinistra, va inserito il comune in cui ci si trova quando si compila l’assegno. Se corrisponde a quello della banca, si parla di assegno su piazza, altrimenti è fuori piazza se le località sono diverse.
- Data di emissione: sempre nella prima riga, subito dopo il luogo, è obbligatorio specificare giorno, mese e anno in cui si compila l’assegno. La data di emissione è fondamentale perché l’incasso deve avvenire entro 8 giorni se l’assegno è su piazza ed entro 15 se è fuori piazza. Non bisogna dimenticare che gli assegni post-datati non sono legali.
- Importo in cifre: va messo in alto a destra per evitare qualsiasi tipo di contestazione. È fondamentale riportare le due cifre decimali (anche nel caso in cui siano pari a zero) e separarle con una virgola. Per esempio: se l’assegno è di 3.000 euro, bisogna scrivere 3.000,00; se a questo importo si aggiungono 50 centesimi, si scriverà 3.000,50.
- Importo in lettere: nella seconda riga dell’assegno la somma dell’importo va aggiunta in lettere, indicando i centesimi in cifre e separandoli con una sbarra rovesciata. Proseguendo con l’esempio precedente: tremila/00 oppure tremila/50. È consigliabile inserire il cancelletto # all’inizio e alla fine dell’importo sia in cifre che in lettere, per evitare qualsiasi modifica non approvata o possibili falsificazioni. Ad esempio: #3.000,00# e #tremila/00#.
- Nome del beneficiario: nella terza riga (la parte centrale) compare finalmente il destinatario, la persona a favore della quale viene emesso l’assegno. Se l’assegno è non trasferibile, soltanto il beneficiario può incassarlo.
- Firma di traenza: è la sottoscrizione dell’emittente, presente nell’ultima riga. In questo caso, ci sono alcuni elementi importanti da tenere sempre a mente.
Dove si firma
L’assegno si firma in basso a destra e soprattutto la firma del traente (chi emette l’assegno) deve corrispondere a quella precedentemente depositata presso la banca. Per gli assegni emessi dalle aziende, è indispensabile insieme alla firma il timbro aziendale: senza il timbro con la ragione sociale della società, l’istituto può considerare l’assegno emesso a titolo personale e restituirlo impagato perché privo di un requisito essenziale.
L’assegno può essere presentato all’incasso una sola volta, quindi ogni tipo di irregolarità formale (dall’incompletezza dei dati ai requisiti e alla firma non corrispondente) non può essere sanata successivamente alla presentazione al pagamento. Per riscuotere un assegno non trasferibile, il beneficiario deve firmare il retro. Se invece l’assegno è trasferibile, sul retro si trova la scritta girata.
Assegno non trasferibile
L’assegno può essere trasferibile oppure non trasferibile: nel primo caso, può essere riscosso da terzi; nel secondo, l’assegno può essere incassato esclusivamente dal beneficiario indicato. I libretti degli assegni emessi dalle banche contengono soltanto assegni non trasferibili. Il D
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