Colf e badanti in nero, cosa rischia la famiglia?

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
Wall Street

(Money.it) Assumere lavoratori in nero è molto rischioso dal punto di vista legale, con sanzioni anche molto salate e alcuni comportamenti penalmente rilevanti. Nonostante ciò, il lavoro nero continua a essere una grave piaga sociale, soprattutto per alcune categorie di lavoratori, tra cui colf e badanti. Proprio per questo motivo la Direzione generale per l’attività ispettiva del ministero del Lavoro ha previsto una serie di sanzioni, per ognuna delle violazioni commesse dalle famiglie che incaricano collaboratori domestici in nero.

Mancata comunicazione e iscrizione all’Inps

La famiglia, che in caso dei collaboratori domestici corrisponde al datore di lavoro, è tenuta a regolarizzare l’attività lavorativa dei dipendenti comunicando all’Inps l’assunzione e la cessazione del rapporto, nonché ogni eventuale variazione contrattuale. L’omissione o il ritardo nella comunicazione comportano il pagamento di una sanzione amministrativa al Centro per l’impiego, compresa tra 200 e 500 euro per ogni colf o badante.

Mancando la comunicazione di assunzione di colf e badanti, questi ultimi non vengono nemmeno iscritti all’Inps. Si prospetta così un’altra sanzione, applicabile dalla Direzione provinciale del lavoro e compresa fra 1.500 e 2.000 euro per ogni lavoratore. Questa sanzione, poi, oltre a essere maggiorata di 150 euro per ogni giorno di lavoro effettuato in nero, si cumula con le altre sanzioni previste per il lavoro nero.

I contributi non versati o pagati in ritardo

La famiglia che assume colf o badanti in nero, ovviamente non versa loro i contributi, ed è per questo sanzionabile con


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