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Il dibattito sul CNEL e il suo destino dura ormai da tempo. Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro è oggetto di numerose discussioni da anni per i suoi costi (definito da più parti un inutile carrozzone di Stato da 10 milioni di euro all’anno tra stipendi di dipendenti e dirigenti e manutenzione della sede a Villa Lubin), le proposte di rottamazione lanciate ai tempi del governo Renzi e quelle di rilancio di Giorgia Meloni nell’ottica di una più ampia riforma costituzionale. Ma cos’è di preciso il CNEL e a cosa serve?
CNEL: cos’è e a cosa serve
Fortemente voluto dal ministro antifascista e deputato all’Assemblea Costituente Meuccio Ruini e previsto dall’articolo 99 della Costituzione italiana, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro è l’organo di rappresentanza delle categorie sociali. Il CNEL ha soprattutto una funzione consultiva rispetto al governo, alle camere e alle regioni e ha potere di iniziativa legislativa. Nella sostanza, il Consiglio favorisce il colloquio tra le parti sociali e ha facoltà di contribuire all’elaborazione della legislazione economico-sociale.
Nel dibattito parlamentare sull’opportunità di introdurre il salario minimo, il governo Meloni intende demandare proprio al CNEL un ruolo di regia sui cosiddetti “salari poveri”. In una memoria depositata in Parlamento sul tema, il Consiglio sostiene che per affrontare la questione salariale bisogna partire da riforma fiscale, welfare aziendale, detassazione degli aumenti e contrattazione di secondo livello. È questo un esempio emblematico delle funzioni del CNEL.
Le attribuzioni dell’organo consultivo sono esplicitate principalmente in due leggi: la n. 936 del 30 dicembre 1986 e la n. 15 del 4 marzo 2009. Le funzioni del Consiglio sono:
- formulare pareri, indagini e studi in materia economica, sociale e del lavoro a governo, camere e regioni;
- proporre disegni di legge al Parlamento nell’ambito delle sue materie di competenza;
- fornire attività informative e conoscitive al MEF;
- esaminare le politiche comunitarie e la loro attuazione;
- valutare gli assetti normativi e retributivi espressi dalla contrattazione collettiva;
- redigere una relazione annuale al Parlamento e al governo sulla qualità dei servizi delle pubbliche amministrazioni;
- raccogliere e aggiornare l’archivio nazionale dei contratti e degli accordi collettivi di lavoro nel settore pubblico.
Come funziona il CNEL?
Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro è composto da 64 consiglieri, esperti e rappresentanti delle categorie produttive. I consiglieri sono ripartiti in questo modo:
- 10 esperti esponenti della cultura economica, sociale e giuridica (8 nominati dal Presidente della Repubblica e 2 proposti dal Presidente del Consiglio dei Ministri);
- 48 rappresentanti delle categorie produttive (22 per il lavoro dipendente, 17 per le imprese, 9 per il lavoro autonomo);
- 6 rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni del volontariato (3 designati dall’Osservatorio nazionale dell’associazionismo e 3 dall’Osservatorio nazionale per il volontariato).
L’incarico di consigliere dura cinque anni, può essere riconfermato o revocato su richiesta delle istituzioni o organizzazioni designatarie ed è incompatibile con la carica di parlamentare, di esponente del governo e di membro dei Consigli regionali. Gli organi di governance sono l’Assemblea, il Consiglio di Presidenza, l’Ufficio di Presidenza e la Giunta per il regolamento. Sono queste componenti ad occuparsi di proposte di disegni di legge, pareri, osservazioni, rapporti, relazioni, studi, indagini e ricerche.
Il CNEL include quattro Commissioni: Informazione e lavoro, Politiche economiche, Politiche sociali e di sviluppo sostenibile, Politiche UE e cooperazione. Ogni Commissione ha i suoi organi specific
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