(BorsaeFinanza.it) La direttiva Case Green, approvata il 14 marzo 2023 dal Parlamento europeo e fortemente contestata da Confedilizia, obbliga i proprietari di immobili a passare alle classi energetiche più avanzate in modo graduale entro il 2033. In particolare, il testo prevede per gli edifici residenziali la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033. A partire dal 1° gennaio 2033, il livello minimo diventerà la classe energetica C. Per rientrare negli standard della direttiva, serve quindi rispettare elementi molto stringenti. Ma cosa vuole dire un’abitazione in classe C e quali sono i requisiti richiesti?
Classe energetica C, casa da 5 in pagella: cosa vuol dire
Una casa in classe C non è ad impatto quasi nullo come le classi A4, A3, A2 e A1 né ha consumi davvero molto bassi come la classe B, ma ha comunque un’efficienza più che buona. Il colore nella scala della classe di consumo passa dal rosso/arancione/giallo al verde. Il punteggio assegnato in scala è pari a 5 su 10: non certo un’insufficienza, considerando che le quattro classi più elevate (A1, A2, A3 e A4) vanno da 7 a 10.
Il consumo in classe C è medio-basso: oscilla tra i 58 e gli 87 kWh/mq all’anno, ma in media è sui 50 kWh/mq annui. In termini di gasolio per il riscaldamento, si calcola un range da 5,8 a 8,7 litri per mq. L’EPgl,nren (l’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile, chiamato anche IPE) è compreso tra 1,20 e 1,50
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