Cina: proseguono le difficoltà, l’indice FTSE China A50 è da vendere?

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura

(BorsaeFinanza.it)

Le continue difficoltà del settore immobiliare della Cina, ultima delle quali le cedole non pagate dallo sviluppatore Country Garden Holdings, uno dei maggiori del paese, fanno sentire il loro peso su tutta l’economia della Cina. I dati macro confermano questo andamento troppo lento tanto da far palesare il rischio di una deflazione. A luglio infatti i prezzi al consumo cinesi sono scesi dello 0,3% su base annua mentre le esportazioni sono crollate del 14,5% e i prestiti bancari sono cresciuti al ritmo più lento degli ultimi quattordici anni, nonostante il recente taglio dei tassi di interesse.

Nel frattempo Evergrande ha presentato una nuova istanza di fallimento a New York (Chapter 15). Dopo la prima, nel 2021,  aveva avviato un piano di ristrutturazione del debito per oltre 270 miliardi di dollari di passività. Una nuova doccia fredda per gli investitori che ancora attendono i nuovo interventi di sostegno promessi il mese scorso dal governo che aveva promesso di “adattare e ottimizzare la politica immobiliare in modo tempestivo”. Una piccola fiammella di speranza per la Cina si è accesa la scorsa settimana con il rilascio dei dati delle vendite al dettaglio, in crescita del 5%, e della produzione industriale, che ha segnato un recupero del 4%. Rilevazioni che dovranno essere confermate in futuro.

FTSE China A50, quotazioni vicine al supporto a 12.244, atteso rimbalzo

Quotato sullo Shanghai Stock Exchange e sullo Shenzhen Stock Exchange, l’indice FTSE China A50 sembra essere impostato al rialzo nel breve termine, nonostante la performance negativa registrata nella seduta di ieri (-0,19%). Dopo un’apertura in linea con la chiusura precedente, infatti, le quotazioni hanno intrapreso fin da subito un andamento fortemente rialzista che le ha portate a realizzare un massimo sul livello 12.475, per poi invertire drasticamente la rotta fino a raggiungere un minimo a quota 12.278. Nel corso del pomeriggio, poi, i corsi sono nuovamente rimbalzati andando a chiudere sul livello 12.351.

Tale movimento intraday ha permesso all’indice di creare un pattern di analisi candlestick assimilabile al “Doji”, indicante una generalizzata indecisione da parte degli operatori. Situazione che è coerente con l’attuale struttura grafica dopo il crollo dei prezzi avvenuto in questo mese di agosto (a partire dal massimo del 31 luglio scorso a quota 13.575), dato che le quotazioni sono oramai prossime all’importante supporto presente a quota 12.244 (minimo del 31 maggio). Gli investitori, quindi, si chiedono se il mercato avrà la forza di scendere ancora oppure se tale negatività è oramai agli sgoccioli, crisi immobiliare permettendo. Considerando che anche nella giornata di martedì si è concretizzata un’altra figura simile al Doji, l’ipotesi più accreditata è quella di una resistenza dei trader a vende


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