Cifa e Confsa chiedono lo stop al prelievo dello 0,30% che i datori di lavoro versano all‘INPS per finanziare la formazione continua dei dipendenti (Legge 845/1978) e invece chiedono una più ampia partecipazione delle fondazioni interprofessionali per l’accesso agli ammortizzatori sociali previsti dalla Legge di Bilancio per il 2021
L’avvio del programma GOL (Garanzia per l’occupazione dei lavoratori), previsto dalla Legge di Bilancio per il 2021 è un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro: Non è ancora in vigore e già il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, lo ha incluso nella Riforma degli Ammortizzatori Sociali ( che dovrebbe essere nella stagione autunnale) come strumento di rilancio delle qualificazioni per il reinserimento lavorativo di specifiche categorie di lavoratori svantaggiati.
In particolare si tratta di investire, attraverso i nuovi fondi del piano di rilancio, nella riqualificazione di chi ha bisogno di aggiornare le proprie competenze per poter accedere e essere rimesso nel mondo del lavoro. Nell’ambito del programma GOL, l’approvazione del decreto attuativo è prevista entro fine settembre.
Per questo Cifa e Confsal (fondatrici delle parti sociali della Fondazione Fonarcom) propongono una più ampia partecipazione delle fondazioni interprofessionali per l’accesso agli ammortizzatori sociali previste. I fondi interprofessionali, per loro natura sono già vicini infatti al mondo delle imprese e dei lavoratori e sono già soggetto a una rete nazionale delle politiche attive (Dlgs 150/2015). La richiesta è anche quella di affidare a questi ultimi la gestione dei fondi direttamente, annullando il prelievo dello 0,30% che i datori di lavoro versano all’INPS per finanziare la formazione continua dei dipendenti (Legge 845/1978).
Per quanto riguarda il programma GOL, l’obiettivo sarà quello di reintegrare le persone licenziate a causa della crisi Covid e dalla cassa integrazione, nel tentativo di dare loro competenze più spendibili nel mercato del lavoro. Un’altra novità nel programma di Orlando sarà la ricollocazione collettiva: con lo sviluppo di progetti in cui sono coinvolti più lavoratori, a rischio di perdere il lavoro a causa della crisi della loro azienda, proprio con la partecipazione degli enti locali o di altre realtà, politiche attive.