Chiacchiere, bugie, frappe: nomi diversi per il dolce che fa Carnevale

Di Valentina Ambrosetti 2 minuti di lettura

Nomi diversi per lo stesso dolce, fritto al forno con lo zucchero a velo, se dici chiacchiere dici Carnevale

Le Chiacchiere  è un dolce tipico di carnevale che si prepara nei giorni più divertenti dell’anno in tutta Italia. La sua origine è antica e ogni regione del Belpaese di solito le chiama a modo suo. L’origine delle Chiacchiere si perde nella notte dei tempi e risale all’antica Roma dove venivano detti “fricilii” perché fritti nel grasso di maiale e prodotti in grandi quantità in occasione dei Saturnali affinché resistessero alle intemperie che nella tradizione cristiana equivale alla Quaresima. Ma c’è anche un aneddoto le riporta alla città di Napoli e alla figura della Regina di Savoia, che una volta, immersa in una conversazione, ebbe improvvisamente una fame che la portò a chiedere al cuoco di corte, Raffaele Esposito, di preparare un dolce per il quale è stato scelto il nome Chiacchiere. Non c’è dubbio che, nel tempo, le chiacchiere siano diventate giustamente il dolce simbolo del carnevale e vengano quindi preparate in tutte le regioni d’Italia e con nomi diversi a seconda delle zone di produzione.
In Piemonte sono conosciute come Bugie, ma in molte zone sono chiamate Gasse (basso Alessandrino), Risòle (Cuneo e basso Piemonte) o Gale (Vercelli, basso Vercellese, Novarese e Barenghese), e in Val d’Aosta sono dette Merveilles.

Bugie e Chiacchiere si trovano anche in Liguria, ad eccezione di Imperia e provincia dove sono anche dette Crostoli. Altri nomi per questo dolce così famoso: Galarane (Bergamo), i Saltasù (Brescia) e le Lattughe (Mantova), in Veneto e Trentino sono chiamate Gròstoi o Galani (Venezia), l’Emilia Romagna come Fiocchetti (Rimini), Intrigoni (Reggio Emilia), Sprelle (Piacenza) e Sfrappole (Modena, Bologna e Romagna). In Toscana sono dette Cenci o Melatelli con miele.  E poi anche denominate Frappe (in Lazio, Umbria e Marche), le Cioffe (a Sulmona e centro Abruzzo), i Cunchiell’ (in Molise), i Guanti (a Caserta) e le Maraviglias (in Sardegna).

 

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