(Money.it) Il ricovero in una casa di riposo si rivela indispensabile per molti anziani, che possono così usufruire dell’assistenza sanitaria e anche di un importante aiuto nelle esigenze quotidiane. A seconda della situazione, poi, piuttosto che la casa di riposo potrebbe essere necessaria una casa di cura, con l’assistenza adeguata per patologie gravi, oppure una Rsa, dedicata ai pazienti non autosufficienti. A prescindere dalla nomenclatura, c’è un importante denominatore comune fra queste strutture: il pagamento della retta. Vediamo a chi compete e in quale misura.
Chi paga la retta della casa di riposo
Per la casa di riposo, così come per la Rsa e la casa di cura, la retta mensile per ogni paziente è composta da due diverse spese per il ricovero. In primo luogo, vi è la spesa per la quota sanitaria, rivolta ovviamente alle cure mediche e all’assistenza del personale specializzato. Nelle strutture pubbliche questa quota è di norma pagata dal Servizio sanitario nazionale, mentre nelle strutture convenzionate è richiesto un contributo dei pazienti.
Vi è poi la quota alberghiera, che riguarda tutti i servizi collegati alla permanenza nella struttura che non afferiscono alle cure sanitarie. Nella quota alberghiera, ad esempio, rientrano le spese per l’utilizzo della stanza nella casa di riposo e per la pulizia della stessa. La quota alberghiera, che di solito corrisponde circa alla metà dell’intera retta, è normalmente a carico del paziente stesso, salvo eccezioni.
Allo stesso tempo, i pazienti possono ridurre l’entità della quota a loro carico chiedendo un contributo ai servizi sociali. La concessione e l’importo del contributo sono determinati in base all’Isee sociosanitario, un indicatore che tiene conto anche dello stato di salute per determinare la ripartizione de
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