(Money.it) Prima la pandemia e poi la crisi energetica hanno cambiato le abitudini di risparmio degli italiani. Se, durante i lockdown, i risparmi sono cresciuti a causa dell’inevitabile riduzione dei consumi dettata dalle chiusure, dal 2022 a oggi invece i conti degli italiani hanno subito un ridimensionamento a causa delle maggiori spese necessarie per fronteggiare l’inflazione.
Se la minor propensione al risparmio negli ultimi mesi ha comunque sostenuto i consumi e di conseguenza la crescita, non è però detto che questa tendenza si confermi nei prossimi mesi. In sostanza, le famiglie hanno completamente cambiato abitudini o torneranno a risparmiare in futuro mettendo da parte i soldi una volta terminata la crescita record dell’inflazione?
Per provare a capire cosa sta succedendo e cosa succederà in futuro, Money.it ha chiesto ad Alberto Urbani, professore di Diritto dell’economia dell’università Ca’ Foscari di Venezia, a cosa è dovuta questa minor propensione al risparmio dell’ultimo anno e cosa potrà cambiare con la tanto attesa frenata del caro-vita.
Italiani, popolo di risparmiatori
Gli italiani sono, tradizionalmente, un popolo di risparmiatori. Ma “è ovvio che in momenti d’inflazione elevata, come quelli che stiamo attraversando, gli spazi per il risparmio si riducono, soprattutto per chi vive di un reddito fisso”, spiega Urbani. L’inflazione, d’altronde, agisce come una tassa implicita, sottolinea il professore.
Oggi chi può risparmiare meno è comunque costretto a spendere, tanto più in un momento di incertezza come quello attuale. Poi c’è chi invece prova a risparmiare qualcosa e in questo caso a cambiare sono le abitudini: “È significativo che ci sia un ritorno ai titoli di Stato, chi risparmia si sta orientando verso forme più tradizionali, anche perché il classico deposito ha una remunerazione molto bassa”. E per questo ci si rifugia verso i titoli di Stato che “sono più remunerativi”.
C’è poi anche qualche segnale di sfiducia, sicuramente percepito a livello locale, nei confron
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