Cessione del credito, addio a bonus edilizi: non ci sono soluzioni per minimi, forfettari e incapienti

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) Niente da fare per coloro che non pagano l’Irpef. Il punto sulla questione è stato messo: non possono accedere alle detrazioni fiscali sui lavori ediliziportando le spese in dichiarazione dei redditi.

Il Decreto Legge 11/2023, meglio conosciuto come decreto Superbonus, ha sancito il blocco delle opzioni di cessione del credito e dello sconto in fattura. Alcune categorie dovranno quindi dire addio ai bonus edilizi. Nel provvedimento, non è stata inserita alcuna norma specifica per i minimi, i forfettari e gli incapienti che si troveranno costretti a pagare di tasca propria gli interventi di ristrutturazione sulla propria abitazione.

Complice la mancanza di altri redditi da tassare ai fini Irpef, e venute meno le opzioni di sconto in fattura e di cessione del credito, infatti, questi non potranno più avvalersi delle spese agevolate.

Entriamo subito nel merito dell’articolo andando a vedere quali sono le novità introdotte dal decreto sulla cessione del credito e cosa cambia anche per i lavori di edilizia libera.

Cessione del credito, cosa prevede il decreto

Il decreto sulla cessione del credito (DL 11/2023) ha ottenuto l’ok al Senato lo scorso 5 aprile. Il provvedimento ha portato ad una serie di novità che vanno ad interessare la cessione del credito e lo sconto in fattura. Nello specifico, l’accesso a queste due opzioni è possibile solo per quattro categorie di lavori se rispettati alcuni paletti. Alla data del 16 febbraio 2023:

  • per i lavori fatti dai condomini, purché risulti adottata la delibera dell’assemblea che autorizza all’esecuzione degli interventi e sia presentata la CILA;
  • per i lavori diversi da quel

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