Caso Eurovita: Gestione Separata e Fondi Assicurativi Interni. Cosa succede in caso di fallimento?

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
Palazzo Mezzanotte sede della Borsa Italiana

(Finanza.com) Ormai si continua a parlare del caso Eurovita dopo che l’Ivass ha deciso di congelare i riscatti delle polizze nel tentativo di arginare la fuga dei clienti fino al 31 marzo 2023 per un possibile smottamento del capitale. È di pochi giorni fa la notizia che la compagnia assicurativa ha ricevuto un primo importante contributo da parte dell’azionista Flavia HoldCo Limited (una entità appartenente al fondo di private equity Civen, socio di maggioranza della compagnia) pari a 100 milioni di euro.

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Intanto, il commissario Santoliquido sta procedendo con le attività finalizzate a cercare ulteriori soluzioni volta al rafforzamento patrimoniale di Eurovita, che attualmente ha un coefficiente di solvibilità sotto al 150%, la soglia di tolleranza delle autorità di controllo. Per la ricapitalizzazione Ivass ha pertanto chiesto 200 milioni di euro, dunque con il contributo annunciato i giorni scorsi di 100 milioni possiamo dire che siamo a metà strada.

Ma quello che mette in allerta i risparmiatori non è tanto la situazione patrimoniale di Eurovita, bensì quale potrebbe essere il destino delle polizze sottoscritte, che non sono però tutte uguali.

La gestione separata

La gestione separata (GS) è una particolare gestione finanziaria, appositamente creata dalla compagnia assicurativa, nella quale vengono investiti i capitali dei clienti che sottoscrivono una polizza vita tradizionale. Questa tipologia di prodotti viene generalmente definita di “Ramo I”.

In pratica, è un patrimonio separato dalla compagnia: quindi, qualsiasi cosa succeda, nessuno potrà toccare i capitali delle GS. In altre parole, il denaro che le costituisce può essere incassato solo dai clienti che vi hanno investito.

Il patrimonio della gestio


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