La nuova Direttiva Europea Case Green impone entro il 2030 la riqualificazione degli immobili residenziali esistenti, con l’obiettivo di ridurre le emissioni del 16% entro quel periodo, che diventeranno il 20-22% entro il 2035. Questo impegno comporta per i proprietari di case un impegno finanziario significativo, che dipenderà dal tipo di intervento necessario per far raggiungere agli edifici i nuovi standard richiesti.
Calcolo dei costi per la riqualificazione energetica
Secondo le stime del Codacons, l’adeguamento alla direttiva potrebbe richiedere un esborso medio compreso tra i 35mila e i 60mila euro per singola abitazione. Ad esempio, la sostituzione della caldaia, che deve essere a condensazione in base alla direttiva, può costare fino a 16mila euro. Altri interventi, come l’installazione di un cappotto termico, la sostituzione degli infissi, l’implementazione di una pompa di calore o di un impianto fotovoltaico comportano costi che vanno dai 180 ai 400 euro al metro quadro per il cappotto termico, ai 10-15mila euro per gli infissi, fino a 6-16mila euro per una pompa di calore e 7.500-10.500 euro per un impianto fotovoltaico da 3KW.
Impatto sull’immobiliare e sul mercato
Oltre all’impatto finanziario, c’è anche da considerare il possibile deprezzamento degli immobili sul mercato: gli immobili con classe energetica alta rischiano di svalutarsi fino al 40% in assenza di interventi di riqualificazione energetica. In Italia, solo il 60% degli immobili residenziali ha un attestato di prestazione energetica e la maggior parte di questi appartiene alle classi energetiche G/E, le più basse. Ciò significa che un numero significativo di immobili dovrà affrontare la riqualificazione per adeguarsi alla direttiva.