(Money.it) Una mozione del centrodestra chiede all’Unione europea di garantire margini di flessibilità all’Italia per quanto riguarda gli obiettivi della cosiddetta direttiva Ue sulle case green. Alla Camera il testo dei partiti che sostengono il governo Meloni è passato con 167 voti a favore e 123 contrari.
Bocciati, invece, i documenti presentati da ciascun partito dell’opposizione, mentre la mozione di maggioranza è stata spedita direttamente a Bruxelles. Il messaggio di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia alla Commissione europea è chiaro: ok agli obiettivi di transizione ecologica del Green New Deal, ma con tempi più lunghi per il nostro Paese, che quanto ad efficienza energetica delle abitazioni è ancora molto indietro rispetto ad altre nazioni in Europa.
Cosa prevede la direttiva Ue sulle case green
La proposta di direttiva prevede il passaggio di tutti gli edifici italiani alla classe energetica E entro il 2030 e alla D entro il 2033, con tempi ancora più stretti per gli edifici pubblici. L’idea nasce per provare ad abbattere le emissioni inquinanti.
Case e palazzi sono infatti responsabili di oltre un terzo delle emissioni a effetto serra dell’Unione. Oggi i nostri edifici sono divisi in classi energetiche a seconda di quanto inquinano. In Italia il 74% degli immobili ha classe inferiore alla D, il 60% inferiore alla E.
Secondo gli esperti intervistati da Money.it (Francesco Nocera e Gianpiero Evola dell’Università di Catania e Simone Franzò di Energy&Strategy), i lavori in casa potrebbero fa
© Money.it