(Money.it) A che punto è la trattativa sulla direttiva Case green che tanto preoccupa gli italiani?
Per ora ferma, infatti arriva la pausa estiva in anticipo. Questo implica che lo stop alle trattative concederà qualche mese di tempo ai Paesi per cercare di capire quali proposte di modifiche al testo portare avanti.
Vediamo quali sono i nodi cruciali e quali sono i tempi di stop alle trattative.
Direttiva Case Green, a che punto sono i lavori?
Quella che comunemente denominiamo Direttiva Case green, in realtà ha un nome più tecnico, si tratta Energy performance of buildings directive (EPBD), cioè la direttiva sulle prestazioni energetiche degli immobili.
La direttiva Case Green mira alla decarbonizzazione del patrimonio immobiliare e quindi ad abbattere i consumi di fonti energetiche fossili, come il gas, per la produzione di energia elettrica per le costruzioni e per il riscaldamento e raffreddamento degli ambienti.
Questo implica al necessità di abbattere i consumi energetici e per i residui utilizzare fonti alternative rispetto alle fonti fossili, quindi prevalentemente solare/fotovoltaico ed eolico che nel tempo possono portare un notevole risparmio in bolletta, ma nel breve termine rappresentano una spesa importante.
L’ultimo passo verso l’approvazione della direttiva Case Green è stato fatto il 14 marzo 2023 con l’approvazione del testo da parte del Parlamento europeo. Passata questa fase, il 6 giugno 2023 vi è stato l’avvio della discussione tra Commissione, Parlamento e Consiglio. Questa parte dei lavori viene anche denominata «trattativa».
In questa fase sono particolarmente coinvolti i governi dei Paesi membri che possono produrre osservazioni. Tra i Paesi più critici nei confronti della direttiva c’è l’Italia che vanta un patrimonio immobiliare
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