Il signor Rossi ha ricevuto in eredità da una lontana zia un’immobile di prestigio e in una zona ben servita. Questo appartamento non sarà usato per viverci, in quanto ha già una casa in cui vive da parecchio con la sua famiglia. A questo punto la domanda che si pone è: quanto costa mantenerla?
Possedere una casa in cui non si vive comporta una serie di costi fissi che possono sorprendere i proprietari. Anche se nessuno vive nell’immobile, le spese continuano a maturare, partendo dalle tasse immobiliari. La principale è l’IMU (Imposta Municipale Propria), che si applica alle seconde case con aliquote variabili a seconda del comune. Questa tassa è calcolata sulla base della rendita catastale dell’immobile, che viene rivalutata periodicamente.
Oltre all’IMU, ci sono le bollette dei servizi essenziali come acqua, gas ed elettricità. Anche se i consumi possono essere minimi, esistono comunque delle tariffe fisse da pagare per garantire la continuità dei servizi e la manutenzione delle infrastrutture.
Manutenzione e sicurezza: costi nascosti ma necessari
La manutenzione è un altro costo rilevante per chi possiede una seconda casa. Parliamo ad esempio dei costi di manutenzione del riscaldamento, la verifica delle tubature, la pulizia di grondaie e la prevenzione di problemi legati all’umidità e alle infestazioni.
Inoltre, la sicurezza di una proprietà vuota è essenziale, specialmente se si trova in una zona isolata o poco frequentata. Molti proprietari scelgono di installare sistemi di allarme e videocamere di sorveglianza per prevenire intrusioni o atti vandalici.
Assicurazione: una spesa preventiva
Un’altra considerazione importante è l’assicurazione. Le polizze per le seconde case possono essere più costose rispetto a quelle delle prime abitazioni, soprattutto se l’immobile è situato in aree a rischio come quelle propense a frane o inondazioni.