Carne coltivata: dove è autorizzata e già in commercio

Di Redazione FinanzaNews24 4 minuti di lettura
Finanza ed economia

(BorsaeFinanza.it) L’Italia, almeno per il momento, dice no alla carne coltivata. Il governo Meloni ha approvato un decreto legge che vieta di “impiegare, vendere, importare, esportare, distribuire alimenti o mangimi costituiti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati”. Lo stop alla carne “sintetica” (che tale non è perché appunto coltivata in laboratorio) potrebbe essere ribaltato dal parere dell’EFSA: se l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ad oggi la definisce “una soluzione promettente e innovativa” ma “da valutare a fondo” per impatto ambientale e sicurezza, dovesse approvarne la produzione e la distribuzione negli Stati membri, l’Italia non potrebbe opporsi. Ma attualmente quali sono i Paesi che hanno già avviato la commercializzazione della cosiddetta meat grown?

Singapore è l’hub mondiale della carne coltivata

L’idea della carne “pulita” è nata per contrastare l’allevamento intensivo di animali, l’impiego massiccio d’acqua nei pascoli e l’emissione del 17% di gas serra del pianeta prodotto dal settore. Mentre la ricerca va avanti per verificare gli effetti sulla salute umana ed abbattere gli elevati costi di produzione, alcune nazioni stanno già facendo passi da gigante. È il caso di Singapore, il primo e unico Paese al mondo ad aver autorizzato la vendita al dettaglio della carne di laboratorio. Nel 2020 la città-stato del Sud-est asiatico ha approvato l’introduzione sul mercato di alimenti a base vegetale prodotti da Eat Just (da non confondere con Just Eat), una startup di San Francisco che collabora con biologi computazionali di Stanford, ingegneri alimentari di Kraft e Campbell’s e chef stellati per realizzare i cibi del futuro privi di proteine animali.

Eat Just commercializza a Singapore con il marchio Good Meat il suo lab-grown chicken, ovvero un pollo coltivato presentato come “vera carne di alta qualità creata direttamente da cellule animali per un consumo umano sicuro”. Grazie alla joint venture con la sussidiaria Proterra Investment Partners Asia, Eat Just ha investito 100 milioni di dollari e aperto il suo primo stabilimento produttivo sull’isola. Il petto di pollo e i bocconcini sono finiti sugli scaffali dei negozi, a casa con il delivery di Foodpanda e nel menu del 1880, uno dei club esclusivi e ristoranti più alla moda della metropoli con la cucina raffinata dello chef Colin Buchan.

I nuggets di pollo coltivato di Good Meat (foto: Eat Just) La Singapore Food Agency include i prodotti Good Meat di Eat Just nei novel food, cioè i nuovi prodotti alimentari a base di proteine alternative. Una guida sul portale della SFA aiuta i consumatori a “scoprire se il tuo hamburger preferito dal supermercato locale è davvero un prodotto proteico alternativo”. Prima di raggiungere i punti vendita, sia la carne coltivata che i cibi a base di alghe, funghi e insetti sono valutati da un gruppo di ricercatori, scienziati, epidemiologi, bioinformatici, nutrizionisti ed esperti per la sicurezza alimentare. Le aziende sono sottoposte a rigorosi test di tossicità, allergenicità ed esposizione al consumo e devono fornire informazioni dettagliate sui materiali utilizzati nei processi di produzione.

L’esempio di Eat Just è stato subito seguito da altre realtà del settore. Stando ai numeri forniti dall’organizzazione no-profit Good Food Institute (GFI) per la regione Asia Pacifico, Singapore è l’hotspot mondiale della plant-based meat industry con 36 aziende produttrici che hanno raccolto complessivamente più di 213 milioni di dollari di finanziamenti. Nella città-stato dell’innovazione e d


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