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Da Ravarino a Modena, dalla capitale della Stone Island a una piazza storica del calcio di provincia. È la traiettoria di Carlo Rivetti, l’imprenditore che ha rilevato il club gialloblù da Romano Sghedoni. Da mago dell’industria manifatturiera tessile adottato dall’Emilia, il Presidente dei Canarini vuole gestire la società con la stessa progettualità che ha messo in oltre quarant’anni di lavoro nel settore della moda. Il Modena, d’altronde, è un affare di famiglia in tutti i sensi.
Carlo Rivetti: chi è e da dove viene il suo patrimonio
Nato nel 1956, laureato in Economia e Commercio alla Bocconi, Carlo Rivetti è il figlio di Silvio, l’imprenditore che con i suoi fratelli, dopo un viaggio negli Stati Uniti, ha rivoluzionato l’abbigliamento in Italia introducendo il sistema delle taglie. Il patrimonio di Rivetti si deve quindi all’azienda di famiglia, il GFT (Gruppo Finanziario Tessile), un’autentica dinastia imprenditoriale proseguita negli anni Settanta dal cugino Marco con il lancio del marchio nel prêt-à-porter internazionale. In quegli anni, GFT diventa la prima azienda a produrre e distribuire le collezioni di firme come Giorgio Armani, Emanuel Ungaro e Valentino.
“La mia famiglia – racconta Rivetti – ha radici profonde nel settore abbigliamento. Nel 19° secolo Giuseppe Rivetti – figlio di Giovanni Battista, primo macchinista cardatore dell’industria tessile italiana – mutuando la passione del padre, iniziò a vendere di nascosto le mucche degli allevamenti di famiglia per comprare telai. Nel 1872 fondò un lanificio tutto suo: Giuseppe Rivetti e Figli, che poi si fuse con il gruppo torinese GFT. Fu allora che mio zio Pinot ebbe l’idea geniale di gommare i tessuti dei lanifici, per renderli più performanti. Questa predilezione per la ricerca spronava anche mio padre Silvio che, nell’immediato dopoguerra, partì per gli Stati Uniti dove si imbatté nell’azienda Palm Beach Incorporated, che faceva un prodotto che in Europa non esisteva ancora: l’abbigliamento confezionato su misure teoriche. Quelle che oggi chiamiamo taglie”.
Carlo entra nel GFT nel 1975 e nel giro di pochi anni apre la divisione sportswear del gruppo, di cui diventa Amministratore Delegato. All’inizio degli anni Ottanta, comincia l’espansione nella moda informale e l’azienda rileva prima il 50% e poi la totalità della C.P. Company, realtà all’avanguardia nel settore. Nel 1993 Rivetti lascia il GFT e acquista, con la sorella Cristina, il 100% della compagnia che oggi si chiama Sportswear Company S.p.A., la società licenziataria dei marchi Stone Island, Boneville e Taverniti. Stone Island in particolare, nato nel 1982 dall’idea dello stilista Massimo Osti, diventa un fenomeno di costume grazie ai giacconi da uomo in Tela Stella (impermeabili, parka e super leggeri) e all’iconico logo della rosa dei venti. Nel 1994 Osti lascia Stone Island e Rivetti si affida al designer Paul Harvey, con il quale nel 1996 dà vita alla seconda stagione del marchio traghettandolo nel nuovo secolo.
Da Stone Island a Moncler
L’addio di Harvey convince Rivetti a mettere insieme un team di giovani designer e a concentrare tutte le risorse e il know how aziendale su Stone Island, cedendo il marchio C.P. Company. Nel 2020, dall’incontro con l’imprenditore Remo Ruffini, il Presidente e Amministratore Delegato di Moncler, nasce l’idea di un polo del “nuovo lusso”: Stone Island viene acquisita dallo storico brand dei piumini per 1,15 miliardi di euro. La famiglia Rivetti diventa socia nella holding di controllo con una quota del 2,8%, pari a 10,7 milioni di azioni per 400 milioni.
Oltre che imprenditore, Carlo Rivetti è impegnato su diversi fronti. Insegna Marketing per il Disegno industriale al Politecnico di Milano e ricopre numerosi incarichi istituzionali: è Consigliere di Amministrazione di Pitti Immagine, fa parte del CdA ed è consigliere incaricato dell’area promozione e industrializzazione per SMI-ATI (Federazione Imprese Tessili e Moda Italiane) e siede nel Consiglio di Amministrazione come coordinatore delle attività commerciali con l’estero per Altagamma, la Fondazione che riunisce le imprese italiane dell’alta industria culturale e creativa.
Da quanto tempo gravita nel calcio
Rivetti entra ufficialmente nel Modena il 27 maggio 2021, quando la società annuncia l’accordo di cessione di Romano Sghedoni, imprenditore modenese e Presidente del gruppo Kerakoll, che controllava la squadra dal 2018. Modena Football Club 2018 è di proprietà di Rivetex S.r.l., la holding di famiglia che fa capo a Carlo Rivetti. Il club è tutto a gestione familiare: fanno parte del Consiglio di Amministrazione il Presidente Carlo, Matteo Rivetti come Amministratore Delegato Sport e consigliere, Camilla e Silvio Rivetti come consiglieri. Nella nota del club, la famiglia specifica che l’operazione è personale, slegata dalle altre attività industriali del gruppo, e che “vuole ribadire la sua stima e im
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