Entro il 2033 sarà obbligatorio vivere in case con almeno la Classe Energetica D, mentre dal 2035 sarà vietato utilizzare sistemi di riscaldamento a combustibili fossili.
Tuttavia, il Decreto 11/2023 pone una nuova sfida: come cambiare la caldaia senza perdere lo sconto in fattura?
Attualmente, lo stop alle opzioni alternative alla detrazione diretta si applica indiscriminatamente a tutti gli incentivi per le abitazioni, compresi Bonus Casa, Ecobonus, Ristrutturazioni, Bonus mobili e Sismabonus. Inoltre, i tre articoli del Decreto eliminano ogni genere di periodo transitorio e impongono che, dal 17 febbraio 2023, tutti i lavori non iniziati dovranno fare a meno dello sconto in fattura.
Ciò comporta problemi per la filiera di artigiani e produttori che si occupano dell’installazione degli infissi o delle caldaie. Inoltre, la lunga trattativa preliminare fatta di acconti, bonifici, materiali ordinati su misura, produzione e assemblaggio potrebbe essere vanificata. Pertanto, diverse associazioni di settore hanno proposto emendamenti o decreti d’urgenza che scongiurino una nuova crisi di settore.
Per cambiare la caldaia sfruttando lo sconto in fattura, occorre seguire l’iter solitamente utilizzato dalle aziende specializzate.
Si parte con la firma del contratto/ordine/preventivo che prevede lo sconto in fattura, poi si procede con la raccolta della documentazione del cliente per verificare i presupposti per l’applicazione dello sconto in fattura. Dopo aver eseguito un bonifico “parlante” del 50%, il dettagliante ordina il prodotto finito pronto da montare al produttore, e occorrono circa 60/90 giorni prima che i prodotti siano nella disponibilità. Successivamente, si prende appuntamento per l’installazione e si iniziano i lavori. Secondo il Dl 11/2023, solo se ci si trova già all’ultimo punto di questo elenco entro il 17 febbraio, si avrà diritto allo sconto in fattura, altrimenti si dovrà tornare al saldo dell’importo totale e al recupero della detrazione tramite Irpef nei successivi anni.
Per ovviare ai problemi imposti dal Decreto blocca cessioni, la filiera ha presentato diverse proposte, tra cui la previsione di una norma ad hoc per Bonus Casa ed Ecobonus, diversa da quanto previsto per il Superbonus. Si ipotizza che, per i lavori in edilizia libera che sfruttano i primi due bonus, il diritto allo sconto in fattura si potrebbe fermare se in possesso di una fattura o bonifico di acconto prima del 17 febbraio. Inoltre, è stata proposta la possibile proroga al 31 dicembre 2023 dell’entrata in vigore del provvedimento del 16 febbraio, solo nel caso di interventi per bonus casa ed ecobonus.