Calcio italiano in perdita, a quanto ammonta il rosso di A, B e C

Di Redazione FinanzaNews24 4 minuti di lettura
Finanza ed economia

(BorsaeFinanza.it) Le serie professionistiche del calcio italiano, la A, la B e la C, sono un colabrodo dal punto di vista della gestione aziendale. Il profilo economico-finanziario dei tre massimi campionati ha segnato un rosso di 3,6 miliardi di euro nelle stagioni 2019-2020, 2020-2021 e 2021-2022. A dirlo è il ReportCalcio sviluppato dal Centro Studi FIGC in collaborazione con AREL e PwC Italia. Secondo l’analisi la perdita giornaliera accumulata nel triennio dal calcio professionistico italiano è di 3,3 milioni di euro con un dato medio per singola stagione pari a 1,2 miliardi di euro.

Anche se è necessario tenere conto dell’effetto Covid che ha caratterizzato le tre stagioni, il calcolo effettuato dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio non lascia alcun dubbio sulla necessità di intervenire con dei correttivi su un modello di business in difficoltà da ben prima. Basti pensare che l’ultimo campionato prima della pandemia si è chiuso con una perdita di 412 milioni di euro mentre nei 15 anni dal 2007-2008 al 2021-2022, il rosso è stato di 7,7 miliardi di euro.

Un altro numero preoccupante riguarda l’indebitamento che appare in crescita da 4,8 miliardi del 2018-2019 a 5,6 del 2021-2022. Nella prima stagiona presa in considerazione dal report, il 2007-2008, il debito ammontava a 2,4 miliardi di euro. A fronte di questi debiti, il patrimonio netto a livello aggregato del 2021-2022 si è fermato a 440 milioni di euro in calo del 35,95% rispetto al 2020-2021.

Per quanto riguarda il valore della produzione medio annuo, nel triennio COVID-19 è stato pari a 3,5 miliardi di euro, in diminuzione dell’11,2% rispetto al 2018-2019, ultima stagione pre-pandemia; il fatturato 2021-2022 è pari a 3,4 miliardi, in decremento del 12,0% rispetto al 2018-2019, mentre in confronto tra il 2019 e il 2022 il PIL italiano risulta in crescita dell’1%. Considerando l’impatto della chiusura degli stadi (partite a porte chiuse o con capienze limitate), i ricavi da ticketing sono passati dai 341 milioni di euro del pre COVID-19 ai 266 del 2019-2020 e agli appena 28 del 2020-2021, mentre nel 2021-2022 si è risaliti fino a 254 milioni.

Il trend insostenibile del calcio italiano – Fonte: ReportCalcio FIGC, Arel, PwC

La ragione delle perdite del calcio italiano non è solo il Covid

Anche se la pandemia ha pesato sullo sport e sul calcio più che su altri settori, con la riapertura degli stadi al 100% avvenuta solo dall’aprile 2022, ovvero poco più di un anno fa, uno dei trend che stanno affondando finanziariamente il calcio italiano è quello del costo del lavoro. Nemmeno durante le stagioni del Covid le società di calcio sono riuscite a fermare l’incremento degli stipendi e degli ammortamenti/svalutazioni derivanti dal trasferimento dei calciatori. Il calcio è forse l’unico settore in cui le società in difficoltà non possono ricorrere alla riduzione dei posti di lavoro per diventare più efficienti e co


© Borsa e Finanza

Leggi l’articolo completo su Borsa e Finanza

Condividi questo articolo
Exit mobile version