(Money.it) Il futuro delle buste paga dipenderà dalle decisioni che il governo Meloni prenderà con la legge di Bilancio 2024.
Le variabili che possono incidere sugli stipendi sono diverse e il rischio è che per alcuni la busta paga risulti più bassa rispetto a quella percepita nel 2023. Anche perché a oggi le risorse a disposizione per la manovra appaiono limitate, tant’è che sembra essere alquanto improbabile che verrà confermato lo sgravio contributivo nella misura entrata in vigore nel mese di luglio.
È importante sapere, quindi, che non ci sono garanzie in merito al fatto che quanto percepito nel 2023 venga confermato anche nel 2024: al momento è ancora presto per fare previsioni, ma perlomeno possiamo fare chiarezza su quelle che sono le variabili che possono incidere sugli stipendi futuri.
Quale sgravio contributivo?
Il primo dubbio riguarda, come detto sopra, lo sgravio contributivo che in questo 2023 è servito a riconoscere un aumento fino a 100 euro sullo stipendio netto.
Ciò per merito dell’ulteriore sgravio del 4% entrato in vigore a luglio 2023 che si applica in aggiunta a quelli del 2% e 3% che invece decorrono da inizio anno.
Il risultato è che per il secondo semestre dell’anno 2023 sull’importo imponibile dello stipendio si versa:
- il 2,19% (1,80% nel caso dei dipendenti pubblici) di contributi fino a uno stipendio di 1.923 euro, grazie a uno sgravio del 7% che genera un aumento netto di massimo 96,03 euro*;
- il 3,19% (2,19% nel caso dei dipendenti pubblici) di contributi fino a uno stipendio di 2.692 euro, graz
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