(Money.it) Circa 3,5 milioni i lavoratori subordinati del settore commercio e servizi, il più diffuso in Italia tra quelli del settore privato, che da quattro anni sono in attesa del rinnovo dei contratti collettivi e che nei prossimi tempi potrebbero beneficiare di un aumento in busta paga – 150 euro lordi al mese per l’esattezza.
Nello specifico i sindacati stanno attualmente negoziando i termini dell’accordo che interesserebbe tutti i dipendenti delle aziende che applicano i contratti siglati dalle associazioni dei datori di lavoro quali Confcommercio, Federdistribuzione, Confesercenti e Associazioni delle cooperative del terziario.
Questa novità inciderebbe perciò sia sulla grande distribuzione organizzata che sull’Ict e sull’e-commerce con un grande dibattito attivo anche in merito ridefinizione delle figure professionali comprese in questo «macro gruppo» professionale.
Con uno sguardo alle tempistiche previste, chiariamo alcune questioni ancora in sospeso e tutte le ipotesi al vaglio.
Tempi e cifre dell’accordo
Il termine iniziale di chiusura delle trattative è slittato ma le parti fanno sapere di voler accelerare per chiudere subito dopo l’estate e far scattare gli aumenti il prima possibile. L’obiettivo primario resta quello di adeguare gli stipendi almeno all’inflazione per concentrarsi così anche sui miglioramento di altri aspetti contrattuali come welfare, inquadramento delle nuove professionalità e misure per la conciliazione vita-lavoro, sostegno alla genitorialità, lavoro agile e politiche di genere. Con questa
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