Il 2023 è l’anno della svolta per i lavoratori dipendenti: grazie al taglio del cuneo fiscale, i lavoratori possono beneficiare di un aumento di stipendio. La busta paga risulterà essere più ricca, ma non per tutti nello stesso modo. I lavoratori, nel corso di questi ultimi mesi, si saranno sicuramente accorti che l’inflazione ha fatto diminuire drasticamente lo stipendio. Il potere d’acquisto cambia, ma non per tutti nello stesso ed identico modo.
Il Centro Studi Tagliacarne ha analizzato la busta paga dei lavoratori su scala provinciale: in 22 province, nel corso degli ultimi tre anni, lo stipendio dei lavoratori è diventato sempre più leggero. Un vero e proprio calo del potere d’acquisto, che ha fatto accendere un preoccupante campanellino d’allarme.
Crollano gli stipendi: dove è avvenuto
In almeno 22 province italiane (su un totale di 107) la busta paga è scesa di 312 euro nell’arco di tre anni. Il periodo preso in considerazione è quello compreso tra il 2019 ed il 2022. L’analisi del Centro Studi Tagliacarne mette in evidenza che il calo dello stipendio di 312 euro e ancora più forte se si considera che, a livello nazionale, è stata registrata una crescita di quasi 301 euro.
Ad essere particolarmente sensibili sono le differenze territoriali. In alcune province la busta paga risulta essere
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