Burnout: sindrome derivante da stress cronico associato al contesto lavorativo

Di Antonia De La Vega 2 minuti di lettura

“Burn out” è un termine di origine inglese che letteralmente significa “bruciato”, “esaurito” o “scoppiato”. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il burnout è una sindrome derivante da stress cronico associato al contesto lavorativo, che non riesce ad essere ben gestito. Caratterizzata da affaticamento, delusione, logoramento e improduttività , il burnout sfocia in prostrazione e disinteresse per la propria attività professionale quotidiana.

Il Burnout è un risultato inconscio derivato da stress, cronicità e resilienza associati alla salute. La sindrome del burn-out dipende dal rischio individuale in una situazione professionale percepita come logicamente dal punto di vista psicofisico. Nella competizione il lavoratore non ha i mezzi giusti per difendersi.

Pertanto, il lavoratore che ne è soggetto, arriva al punto di “non farcela più” e se è completo insoddisfatto e prostrato della vita quotidiana. Al momento, il burnout può portare ad un distanziamento mentale del proprio empio, con atteggiamento di indifferenza, malevolenza e cinismo verso e indirizzo dell’attività lavorativa. Il Burnout non è come se non fosse giusto e importante: demoralizzazione e reazioni negative all’opposizione stessa, a volte, depressione e altre violazioni che infastidiscono gli insulti.

Una strategia per il burnout super grave, un’esperienza psicoterapeutica cognitivo-comportamentale varia e complessa che modifica l’effetto del trattamento e un falso trattamento che consente di contrastare lo stress quotidiano.

Rimedio contro il Burnout potrebbe essere la settimana corta:

Gli esempi di settimana corta forniti da Giappone e Spagna ci mostrano come lavorare 4 giorni a settimana comporta benefici sia economici che sociali. Inoltre, uno studio condotto dalle associazioni ed organizzazioni ambientaliste Platform London e 4 Day Week Campaign, mostra come l’adozione della settimana corta nel Regno Unito ha effetti positivi anche sull’ambiente che ci circonda. Recarsi a lavoro meno giorni a settimana significa la riduzione del 20% delle emissioni inquinanti rispetto agli attuali livelli. Esperimenti di questo tipo possono portare ad un nuovo cambio di paradigma lavorativo, dove il benessere aziendale ma anche quello dei singoli lavoratori diventa di vitale importanza.

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