Buoni pasto: cosa sono e come funzionano

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
Finanza ed economia

(BorsaeFinanza.it) Tra i cosiddetti fringe benefits, ovvero i benefici accessori che tanti lavoratori dipendenti si ritrovano in busta paga in aggiunta alla retribuzione, spiccano senza dubbio i buoni pasto, uno strumento che tuttavia è spesso al centro di feroci polemiche di imprese della ristorazione e della distribuzione commerciale per le gravose commissioni pagate dagli esercenti di ristoranti, bar e supermercati. Ma cos’è di preciso un buono pasto e come funziona il sistema dei ticket?

Quando nascono i buoni pasto

I primi buoni pasto risalgono al 1954 e nascono nel Regno Unito, dove si chiamano luncheon voucher e sono in uso sin dalla fine della Seconda guerra mondiale. Ogni nazione ha i suoi ticket con i loro specifici funzionamenti: in Francia ci sono i titre-restaurant (introdotti da Jacques Borel e diventati già nel 1967 un benefit per i lavoratori), in Belgio i chèque-repas, in Germania i verpflegungsgutschein, in Spagna i vales de comida e così via.

In Italia, come nel resto d’Europa, i buoni pasto debuttano a metà degli anni Settanta: è il 1976 e la Edenred, società francese di soluzioni di welfare nel settore dei servizi per le imprese, introduce la versione cartacea come sostituzione delle mense, integrazione nel cedolino e agevolazione per i dipendenti. È una piccola grande rivoluzione nel mondo del lavoro che arriva fino ad oggi con i ticket digitali, la tessera con microchip e le app su smartphone.

Chi può ricevere i buoni pasto

Nato come fringe benefit di integrazione al reddito del lavoratore e strumento per salvaguardare il suo potere d’acquisto, il buono pasto è un tagliando che il datore di lavoro (aziende, liberi professionisti, ditte individuali ed enti pubblici) concede come servizio alternativo alla mensa. I ticket sono spendibili negli esercizi convenzionati: ristoranti, bar, rosticcerie, food truck e chioschi, supermercati, mercati, industrie alimentari, imprese artigiane, spacci alimentari, coltivatori diretti e agriturismi. Ma chi può riceverli e usarli?

A regolare il sistema dei buoni pasto sono l’articolo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), l’articolo 144 del De


© Borsa e Finanza

Leggi l’articolo completo su Borsa e Finanza

Condividi questo articolo
Exit mobile version