(Money.it) I Btp, o Buoni del Tesoro Poliennali, rappresentano uno dei titoli di debito pubblico più importanti del nostro Paese. Non sorprende quindi che sempre più investitori siano alla ricerca di opportunità per investire in questi strumenti finanziari sicuri e affidabili. Grazie ai rendimenti interessanti (dopo la fine dell’era dei tassi a zero) e alla grande flessibilità di durata e tasso di interesse, i Btp sono diventati un’opzione di grande interesse per coloro che vogliono ottenere un ritorno sicuro sul proprio investimento.
Ma non tutti i Btp sono uguali e alcuni possono offrire un rendimento maggiore rispetto ad altri. Il Tesoro italiano ha introdotto diverse tipologie di Btp, come i Btp Italia, i Btp Futura, i Btp Green e i nuovissimi Btp Valore a cedola crescente che saranno lanciati a breve. Per massimizzare il proprio guadagno, gli investitori devono considerare attentamente le caratteristiche di ciascun Btp e le aspettative di mercato.
In questa guida, esamineremo le diverse tipologie di Btp disponibili, fornendo informazioni dettagliate sui loro rendimenti, le scadenze e i livelli di rischio associati. Inoltre, offriremo consigli e suggerimenti su come scegliere il Btp migliore su cui investire, in modo da ottenere il massimo rendimento possibile.
Le tipologie di Btp
I Btp, o Buoni del Tesoro Poliennali, sono strumenti finanziari emessi dallo Stato italiano per finanziare la spesa pubblica e ridurre il debito pubblico. Questi titoli di debito pubblico offrono un rendimento sicuro e affidabile e rappresentano un’ottima opzione di investimento per coloro che cercano una fonte di reddito stabile nel lungo termine.
Ci sono diverse tipologie di Btp disponibili sul mercato, ognuna con le proprie caratteristiche e rendimenti. Tra le tipologie di Btp più diffuse ci sono i Btp a cedola fissa, i Btp Italia, i Btp Futura, i Btp Green e i nuovi Btp Valore a cedola crescente.
Btp a cedola fissa I Btp a cedola fissa sono emessi con scadenze che variano da 3 a 50 anni. Nelle scadenze più brevi, a 3-5 anni, i Btp offrono rendimenti competitivi rispetto ad altri strumenti finanziari a reddito fisso, ma questi rendimenti possono essere ampiamente al di sotto del tasso di inflazione, garantendo quindi un rendimento «reale» negativo. Il rendimento di questi titoli oscilla infatti tra il 3% e il 3,50%: nell’ultima emissione dell’11 maggio, il Btp con scadenza aprile 2026 e cedola al 3,40% è stato collocato al 3,45% dal 3,59% dell’asta di aprile.
In generale, però, le quotazioni di questi titoli sono più stabili e meno sensibili alle variazioni dei tassi di interesse rispetto ai Btp a lunga scadenza. Un ulteriore aumento dei tassi di interesse Bce avrà un impatto marginale sul valore delle emissioni già in essere. Pertanto, il valore del capitale nominale dei Btp di breve duratarimane sostanzialmente intatto.
I Btp a scadenza medio-lunga o lunga (10 anni o più) offrono invece una protezione migliore del capitale rispetto all’erosione dovuta all’inflazione. I loro rendimenti sono generalmente più elevati rispetto ai Btp a breve scadenza e la prospettiva è quella di un guadagno reale se il tasso di inflazione nei prossimi anni raggiungerà l’obiettivo del 2-3% annuo. Per contro, però, il valore di questi titoli è molto sensibile alle variazioni dei tassi di interesse, sia in aumento che in diminuzione, e quanto più lunga è la scadenza del bond tanto maggiore l’oscillazione del prezzo del titolo sul mercato secondario. In pratica, il valore dei titoli di Stato a lunga scadenza è inversamente proporzionale ai tassi di interesse di mercato. Ciò significa che se i tassi di interesse di mercato aumentano, il valore dei titoli di Stato decennali diminuirà. In particolare, si calcola che per ogni aumento dell’1% dei tassi di interesse di mercato, le quotazioni dei Btp decennali diminuiranno del 7%.
Al contrario, se i tassi di interesse di mercato diminuiscono, il valore dei titoli di Stato decennali aumenterà. In particolare, per ogni diminuzione dell’1% dei tassi di interesse di mercato, le quotazioni dei Btp decennali aumenteranno del 7%.
Il valore dei Btp non dipende solo dal tasso di interesse di mercato ma anche dalla cedola che viene pagata. In generale, maggiore è la cedola, maggiori sono le probabilità che il titolo mantenga o aumenti il suo valore sul mercato secondario. Per fare un esempio, il Btp febbraio 2033 con cedola al 5,75%, vale attualmente 113,27 perchè il valore del titolo viene sostenuto dalla cedola elevata. Questo significa che il titolo è più appetibile per gli investitori, che ricevono un flusso di pagamenti di interesse maggiore rispetto ad altri titoli. Di conseguenza, il prezzo sul mercato secondario è elevato e
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