Borse ko, Milano in tilt, crolla il petrolio. Ma ecco perché non c’è speculazione

Di Redazione FinanzaNews24 5 minuti di lettura
Wall Street

Crollano i mercati europei, dopo quelli asiatici. Piazza Affari ha deciso comunque di aprire oggi, nonostante l’emergenza Coronavirus in Lombardia, ed è stata letteralmente investita dalle vendite.

L’ondata di vendite sulla Borsa di Milano all’apertura della settimana di contrattazioni, dopo le nuove disposizioni del governo per fermare i contagi da Coronavirus, non ha fatto partire le contrattazioni. Sul Ftse Mib, infatti, solo Recordati ha aperto a -8% ed è stata subito sospesa, mentre gli altri 39 titoli non fanno prezzo.

Le Borse asiatiche tremano: Tokyo ha perso il 5,06%, Shanghai il 3,01%, Shenzhen il 3,79% e Hong Kong il 4,23%. A metà giornata Milano ha ceduto l’11%. In rosso anche le altre Piazze europee, su cui pesano sia i timori per il Coronavirus che il crollo del prezzo del petrolio di ben il 31%, ai minimi dal 1991, affondando le Borse dei Paesi del Golfo.

Petrolio ai minimi, perché?

I listini di Arabia Saudita, Dubai Abu Dhabi, Qatar e Kuwait hanno accusato perdite fra il 7 e il 9%. A scatenare la peggiore crisi del greggio dalla Guerra del Golfo è stato il mancato accordo al vertice Opec+ fra Arabia Saudita e Russia.

A spingere al ribasso è stata la decisione di Riad, che garantisce il 12% dell’estrazione mondiale di oro nero, di tagliare di 6-8 dollari il prezzo al barile e di aumentare la sua produzione a 10 milioni di barili al giorno dal prossimo aprile, con la possibilità di salire a 12 milioni. L’Arabia Saudita e i Paesi del Golfo avevano proposto di ridurre di 1,5 milioni di barili la disponibilità sul mercato. La Russia però ha detto no.

L’incertezza generata dalla diffusione del contagio fa il resto. Vola invece lo spread, che in apertura ha segnato 216 punti base, per poi salire a 220 e assestarsi nuovamente a 217.

Speculazioni in atto?

Dai banchi del centrodestra si è subito levata l’accusa di possibili speculazioni finanziarie in atto. “Si sta concretizzando il tracollo della Borsa come purtroppo temevamo. Avevamo chiesto al Governo di valutare la chiusura temporanea della Borsa o vietare vendite allo scoperto” ha twittato la leader di FdI Giorgia Meloni. “Se fosse stato fatto, oggi Piazza Affari non avrebbe bruciato in poche ore tutti i guadagni dell’anno”. Sulla stessa scia anche la Lega di Salvini.

Ma dopo i rumors che hanno iniziato a rincorrersi rispetto a possibili speculazioni, a sedare gli animi è intervenuta direttamente Consob. Nessun freno alle attività dei mercati finanziari, dal momento che non ci sono stati attacchi speculativi. Così ha deciso la Commissione che vigila sulle Borse, escludendo, almeno per ora, la sospensione delle contrattazioni.

Interviene Consob

Consob ha spiegato che non c’è evidenza che gli andamenti della Borsa italiana, che ha toccato anche quota -11%, siano riflesso di attacchi speculativi, salvo che non si voglia attribuire a questo termine la reazione degli operatori alle incertezze sul futuro generate dagli effetti del Coronavirus sull’economia.

Questi effetti non sono correggibili con decisioni restrittive di Borsa, soprattutto se queste avvenissero in modo indipendente dai paesi membri dell’Unione Europea, che sono investiti dagli stessi problemi che colpiscono l’Italia, precisa.

Per la Commissione la sospensione di tutte le contrattazioni di Borsa sarebbe una decisione che “spegnerebbe l’indicatore di prezzo senza rimuovere le cause, generando problemi di mercato di non facile soluzione nell’immediato futuro”.

La temporanea sospensione delle contrattazioni di singole azioni, intesa come pausa di riflessione imposta, già operante quando la caduta dei prezzi è in prossimità dei parametri previsti dai trading halt, introdotti per le sedi di negoziazione da Mifid II, sta funzionando bene, dice Consob, pur nei limiti di efficacia dello strumento e tenuto conto del contesto di mercato sfavorevole a livello di andamento delle Borse nel mondo.

In ogni caso, il Regolamento europeo stabilisce che l’adozione del divieto unilaterale di short selling è valutata se la caduta dei corsi supera mediamente il 10%.

Articolo originale di Quifinanza.it.

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