(BorsaeFinanza.it)
La crisi della Borsa di Londra non dà cenni di rallentamento. Nei primi sei mesi del 2023 le Initial Public Offering (IPO) hanno subito un autentico crollo, con il numero di operazioni precipitato del 36% rispetto allo stesso periodo del 2022. Secondo i dati forniti da Ernst & Young solo 18 società sono diventate pubbliche, raccogliendo 593 milioni di sterline, a fronte di 26 emittenti con una raccolta di 594 milioni di sterline o scorso anno. Delle 18 IPO del 2023, 10 sono arrivate nel secondo trimestre per un valore di 497 milioni di sterline. Considerando i fondi raccolti, quest’anno e quello passato hanno segnato un tracollo di oltre il 90% rispetto ai livelli del 2021, quando solo nove offerte hanno collezionato nei primi sei mesi ben 4 miliardi di sterline.
Borsa di Londra: ecco cosa spiega il crollo delle IPO
Cosa sta causando l’allontanamento delle società da un mercato che era considerato un punto di riferimento? Un mix di fattori economici, geopolitici e tecnici sta facendo la differenza. L’inflazione nel Regno Unito che non accenna a raffreddarsi è un deterrente molto forte, insieme agli alti tassi d’interesse che determinano condizioni di mercato non ideali. A questo si aggiunge la questione geopolitica con riferimento in particolare a Brexit che sta rendendo più difficile il commercio con l’Europa.
Quanto agli aspetti tecnici, molte società preferiscono altre piazze finanziarie come Wall Street in virtù della maggiore possibilità di raccogliere fondi da una platea più ampia di investitori. I fondi pensione britannici si stanno allontanando sempre più dalle azioni delle società nazionali. Quest’anno, uno studio effettuato da Ondra Partners ha rivelato che negli ultimi due decenni le partecipazioni dei fondi nelle società quotate nel Regno Unito sono naufragate passando da circa il 50% al 4%.
Se a ciò si unisce una serie di norme più rigorose relative alla quotazione a Londra, il quadro è completo. Questo è uno dei motivi principali che ha visto la mancata quotazione di Arm nel Regno Unito, nonostante gli sforzi del governo britannico per cercare di far sbarcare a Londra il gigante dei semiconduttori con sede a Cambridge. Infatti, Arm potrebbe essere stata bloccata dalla regola che richiede a tutte le società che accedono alla Borsa di Londra at
© Borsa e Finanza