Bonus prima casa 2023, chi può ancora richiederlo?

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
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(Money.it) Il Governo di Giorgia Meloni fino alla fine del 2023 ha confermato il bonus casa per gli under 36, si tratta di una misura prevista dal precedente Governo Draghi, anche per questo il bonus è conosciuto anche come Bonus Draghi e che mira ad aiutare i giovani che vogliono acquistare casa con una serie di agevolazioni.

Occorre però prestare attenzione al termine del 31 ottobre 2023, infatti ricominciano a decorrere i termini per il trasferimento della residenza e per la vendita della casa al fine di ottenere l’agevolazione. Ecco cosa sta per succedere.

Requisiti soggettivi per accedere al bonus casa

La prima buona notizia è che il Fondo di garanzia per il Bonus prima casa è stato rimpinguato con 430 milioni di euro e permette ai giovani di accedervi al fine di ottenere un prestito che copre fino all’80% del prezzo di acquisto dell’immobile con una garanzia fornita alla banca dallo Stato.

Possono accedervi le persone che nell’anno del rogito non hanno ancora compiuto 36 anni di età e che abbiano un Isee di valore inferiore a 40.000 euro.
Precisa l’Agenzia delle entrate che per gli atti stipulati nel 2023 si deve avere come riferimento l’Isee del 2021. In caso di notevole variazione dei redditi è necessario però presentare l’Isee corrente.

Il bonus prima casa consente inoltre di ottenere:

  • per le compravendite non soggette a Iva, esenzione dal pagamento dell’imposta di registro, ipotecaria e catastale;
  • per le compravendite soggette all’Iva oltre all’esenzione dall’imposta di registro, ipotecaria e catastale, si ottiene un credito di imposta pari al valore dell’Iva versata.

Il credito di imposta maturato deve essere indicato nella prima dichiarazione dei redditi successiva rispetto al maturare del credito. In alternativa è possibile usare il modello F24 e compensare con il codice tributo 6928.

Affinché si possa accedere è necessario che si verifichino ulteriori condizioni, in particolare:

  • il beneficiario non deve essere titolare (anche in comunione con il coniuge) di diritto di proprietà,

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