L’INPS impugna la sentenza (Ordinanza Tribunale di Milano del 9 novembre 2020, Rgn 3219/2020), che ha ritenuto discriminatorio il riconoscimento del voucher asilo nido solo agli stranieri con permesso di soggiorno di lunga durata: si conferma, pertanto, che hanno diritto all’indennità anche le madri con permesso di soggiorno in scadenza o con solo permesso di lavoro
C’è un’adeguamento alla sentenza contro l’esclusione dal beneficio economico “bonus asilo” per stranieri senza lungo permesso di soggiorno. Il Tribunale di Milano ha ritenuto che tale limitazione non rispettasse gli standard dell’UE . Perso il ricorso INPS. Il bonus economico scade dal 1° gennaio 2020 ed è pari a un massimo di 3.000 euro annui per i nuclei familiari con ISEE fino a 25.000 euro, 2.500 euro fino a 40.000 euro; 1.500 euro sopra soglia o senza ISEE.
Fino alla sentenza potevano accedervi i cittadini italiani, provenienti da uno Stato UE o extra UE con permesso di soggiorno di lunga durata (o rifugiati politici e con protezione sussidiaria). Tuttavia, il Tribunale di Milano ha infatti definito tale limitazione non conforme gli standard dell’UE in materia di parità di trattamento. Pertanto, l’INPS ha proceduto al riesame delle domande (in legittima difesa), con riferimento a quelle presentate da stranieri regolarmente presenti in Italia e che erano state respinte in applicazione della precedente procedura di ammissione (di cui alla Circolare INPS n. 27 /2020).
Il riesame viene effettuato su richiesta degli interessati, da presentare alla Struttura INPS territorialmente competente. Il riconoscimento del beneficio comporta il pagamento degli arretrati dovuti e non goduti, con il riesame della domanda avente eventuale esito positivo con effetto retroattivo.
Le nuove domande di assegno per il bonus asilo, esaminate direttamente alla luce della nuova normativa, si considerano accolte con riserva, nonostante l’esito negativo del ricorso presentato dall’INPS (sentenza n. 633/2021, pubblicata il 15 Giugno 2021, RG n.1068/2020): si è ancora in attesa della decisione degli organi giudiziari competenti o competenti in materia.