Bonus busta paga giugno 2023, aumento fino a 162 euro per oltre 1 milione di dipendenti: ecco perché

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
Wall Street

(Money.it) Buone notizie per circa 1 milione e 600 mila lavoratori e lavoratrici, ossia quelli impiegati con contratto collettivo di lavoro dei metalmeccanici: è in arrivo a giugno un bonus d’importo compreso tra i 99,60 e i 162,21 euro.

E la buona notizia è che il “bonus” non è una tantum: decorre infatti da giugno, in quanto si tratta a tutti gli effetti di un aumento stipendiale che – come spiegato dai principali sindacati di categoria – è merito della clausola di salvaguardia introdotta nel rinnovo di contratto firmato nel 2021, con il quale è stato stabilito che gli aumenti stipendiali riconosciuti – e da riconoscere negli anni a venire – a coloro che sono impiegati con il Ccnl Metalmeccanici devono tener conto dell’andamento del costo della vita.

Va detto che – come sottolineato da Rocco Palombella, segretario generale Uilm – si tratta di un “soluzione unica nel suo genere” che potrebbe fare da scuola anche per i contratti di altri settori. In questo modo, infatti, gli stipendi verrebbero adeguati tenendo conto anche del costo della vita, così da evitarne una svalutazione.

A tal proposito, vediamo nel dettaglio cosa è stato previsto dall’ultimo rinnovo del Ccnl Metalmeccanici e in che modo questa novità comporterà vantaggi a partire dalla busta paga di giugno (e soprattutto di che importi si parla).

Cosa ha previsto l’ultimo rinnovo del Ccnl Metalmeccanici

Con l’ultimo rinnovo, risalente al 2021, i sindacati hanno firmato un accordo per un aumento di stipendio medio complessivo di 27 euro lordi. Tuttavia, allo stesso tempo sono riusciti a strappare una clausola di salvaguardia che lega il suddetto incremento al costo della vita: laddove l’inflazione (indice Ipca al netto dei beni energetici importati) sarebbe risultata superiore alla soglia indicata dal contratto, anche l’aumento previsto sarebbe dovuto aumentare. Nel dettaglio, un aumento dell’inflazione avrebbe dovuto comportare un effetto immediato sui minimi.

E così è stato: per la prima volta nel mese di giugno 2023, a oltre due anni dalla sottoscrizione dell’accordo per il rinnovo, la famosa clausola scatta per la prima volta, riconoscendo un incremento di 6,6 punti percentuali.

Gli importi

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